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ATACCO MONDIALE “ransomware ESXiArgs?” E se invece…

Di Valter Cartella

Il recente (3-4 febbraio 2023) cyberattack di livello mondiale ha preso di mira il famoso hypervisor VMware ESXi con il fine, apparentemente, di installare un ransomware (ESXiArgs) su tali sistemi.
“Ufficialmente” sappiamo che l’attacco ha avuto successo su alcuni server ESXi operanti su una versione obsoleta dell’hypervisor di punta di casa WMware, ed in particolare le seguenti versioni:
ESXi 7.x precedente a ESXi70U1c-17325551
ESXi 6.7.x precedente a ESXi670-202102401-SG
ESXi 6.5.x precedente a ESXi650-202102101-SG

Tali versioni appaiono vulnerabili all’esposizione CVE-2021–21974, inoltre sappiamo
Il riscatto richiesto dal Ransomware ESXiArgs è di circa 2 bitcoin (BTC).
L’FBI e CISA stimano che sono stati attaccati circa 3800 server di questo tipo nel mondo.
La piattaforma Shodan afferma che sono stati compromessi quasi 2000 server nel mondo.
I Paesi più colpiti sembrano essere in ordine di rilevanza Francia, USA, Germania e Canada.
L’Italia, pur se colpita duramente, Shodan posiziona il Bel Paese, fortunatamente, al 17 posto tra i Paesi più colpiti al mondo.
Ufficialmente Shodan ci rivela che solo 2 server di Telecom Italia sono stati attaccati.

Questo è, molto sinteticamente, lo scenario noto di questo grave cyberattack a livello mondiale.

Nonostante che Shodan non cita nel suo rapporto i server delll’ACEA – l’azienda romana dell’energia elettrica dell’acqua e del gas – comunque l’Azienda Comunale Energia e Ambiente (ACEA) sembra essere stata attaccata molto duramente. Addirittura alcune fonti ci informano che gli alcuni uffici interni della ACEA risultano essere bloccati e si sta pensando a mettere i dipendenti in ferie forzate.

Per non parlare del fatto che 2 soli server nella gigantesca farm di Telecom Italia non può creare un disservizio tale da portare la connettività nazionale ad una media del solo 26%, quindi con un calo di banda pari al 74%, come ci ha rivelato, in tempo reale, l’osservatorio indipendente NetBlocks.

Con punte massime di calo della connettività addirittura dell’88%.

Ufficialmente Telecom Italia afferma che “non esistono correlazioni” tra l’incidente di TIM ed il ransomware ESXiArgs. Infatti TIM dichiara di non essere stata vittima del cyberattack mondiale e che quell’impressionante calo di connessione sofferto era solo dovuto ad un malfunzionamento di un “pop internazionale”.
Forzare la gente a credere che “due eventi avversi” praticamente contemporanei e di portata mondiale (“ESXiArgs” e il fantomatico “pop internazionale”) non sono correlati fra loro è quasi un insulto all’intelligenza “basica”.
Vedremo più avanti che non solo TIM ma anche VMware, il gigante di Palo Alto (California), si trincera dietro un imbarazzante “non ci sono correlazioni ed evidenze”. Ma andiamo avanti.

Allora cosa è accaduto?

Scopo di questo breve articolo non è certamente quello di analizzare in dettaglio tutte le evidenze di un tale poderoso cyberattack, addirittura di livello mondiale. L’obiettivo è solo quello di “consigliare” al lettore che forse è giunto il momento storico di guardare la IT Security con occhi nuovi, diversi, prendendo “necessariamente” in considerazioni conoscenze interdisciplinari del tutto, “apparentemente”, sconnesse dal mondo della ICT (Information Communication Technology).

Un nuovo punto di vista, descritto con dovizia di particolari, nel libro “Livello -3: È Tempo di IT Security Eretica” (versione inglese, versione italiana) assolutamente diverso rispetto agli altri libri tecnici in ambito IT Security. Con tutta probabilità il primo libro al mondo nel “dominio della sicurezza informatica” ad essere stato censurato.

Abbiamo detto che è giunto il tempo di guardare la IT Security con occhi nuovi, e allora facciamo insieme alcune brevissime riflessioni.

In effetti, a ben guardare con occhi diversi questo massiccio attacco ransomware notiamo “a contorno” non poche anomalie.

Prima fra tutti la fretta dei media, e purtroppo anche di molte riviste “specializzate” del settore informatico, a dichiarare che la colpa di questo cyberattack mondiale era dovuto all’incuria degli amministratori IT nel passare le “patch” di sicurezza.

La triste realtà è invece un’altra: Ancora oggi NON sappiamo veramente cosa è accaduto!

Infatti la CVE-2021–21974 non risponde a tutti i quesiti tecnici che il Ransomware ESXiArgs ha sollevato. Va notato che il CVE-2021-21974 non è ancora ufficialmente confermato come vettore di attacco.
Il CERT francese ha elencato anche il CVE-2020-3992 come un’altra possibilità, che è anche una vulnerabilità di OpenSLP.

Gli esperti che stanno lavorando attivamente per comprendere l’accaduto iniziano a pensare che forse siamo di fronte ad un 0-day, anche se WMware si è affrettata a dichiarare che “non ci sono evidenze” in questo senso. Ancora una volta le nostre orecchie ascoltano un “non ci sono correlazioni ed evidenze”. Ed un senso di vuoto ci pervade.

Fortunatamente un amministratore di sistema ha pubblicato un post sul forum di BleepingComputer sull’argomento ESXiArgs scrivendo che alcuni server direttamente sotto il suo controllo, benchè non avevano il servizio OpenSLP attivo, essi sono stati comunque violati dal malware.

Questo significa che siamo, probabilmente, davanti ad un 0-day.
È anche interessante notare che in un recente articolo apparso su ANSA, l’azienda italiana Yoroi, mostra “apertamente” la sua preoccupazione sulla crescita esponenziale di virus “zero-day”.

Infine sappiamo anche il malware ESXiArgs non solo è probabilmente un 0-day, ma anche della “specie” peggiore visto che sembra “mutante”.
È lecito evidenziare che un malware “mutante” significa non solo che ha una logica interna che lo fa cambiare nel tempo, ma è anche possibile che esso sia “ancora” controllato remotamente.
Ciò significa che nella famosa scala della “Intrusion Kill Chain” è ancora “attiva” la fase 6 “Command and Control” (l’attacco potrebbe essere ancora in corso o solamente in stand-by!). Non è mai sbagliato ricordare che la fase di Command and Control può essere sia proveniente dalla rete esterna (Internet) che dalla rete interna (Intranet). Un incubo!

Per molti tecnici questa mia ultima speculazione potrebbe sembrare erronea perché le “frame dati” possono essere facilmente intercettate dal SOC (Security Operation Center). Ma se avete pazienza un attimo vedrete che NON è sempre vero!

Giunti a questo punto è doveroso ricordare che il 2008 è stato il “segreto” 9/11 all’interno di tutte le CPU x86 del mondo. In quella data Intel, e dopo pochi anni anche AMD, hanno entrambi inserito un “nuovo” livello esecutivo privilegiato accessibile solo a “loro” (case produttrici) e noto tra gli esperti del settore come “Livello -3” (noto anche come “Ring -3”).

Descrivere in un semplice articolo come questo, cosa vuol dire VERAMENTE questa tecnologia e le PROFONDISSIME DIETROLOGIE al suo interno celate, è letteralmente impossibile.
Lo studioso interessato a tale tema non può esimersi di leggere un intero libro di quasi 500 pagine come “Livello -3: È Tempo di IT Security Eretica”. Per avere una idea di massima s’invita il lettore a “scaricare” dal link di seguito indicato il file PDF contenente la Prefazione e l’Introduzione del mio libro.

Molto brevemente segnalo che in ambito Cloud (SDT-Software-Defined Technology) il “Livello -3” ha il potere di FARE TUTTO ed anche il CONTRARIO DI TUTTO. Infatti è importante dichiarare che all’interno di un contesto SDT “puro” il “Livello -3” è assolutamente e completamente TRASPARENTE e quindi invisibile a qualsiasi “Hypervisor” ed incredibilmente anche a qualsiasi “SOC Nuclear Triad”

In precedenza abbiamo affermato che è giunto il momento storico di guardare la IT Security con occhi nuovi, diversi, prendendo “necessariamente” in considerazioni conoscenze interdisciplinari del tutto, “apparentemente”, sconnesse dal mondo della ICT (Information Communication Technology). Facciamo un esempio.

Nel 2019 il WEF (World Economic Forum) prese parte, con la Fondazione di Bill Gates e altri, a un’esercitazione pandemica chiamata Evento 201, che immaginava un’epidemia diffusa in tutto il pianeta. Poi è accaduto quello che tutti noi sappiamo.

Tra il 17-20 gennaio 2023 (neanche un mese prima dall’attacco mondiale ransomware in oggetto) l’oracolo di nome Klaus Schwab, fondatore e presidente del World Economic Forum (WEF), ha dichiarato che entro i prossimi due anni potrebbe verificarsi un attacco informatico catastrofico di portata mondiale.

Visto che abbiamo deciso di guardare con occhi nuovi la IT Security e volendo consapevolmente unire tutti i punti di questo “strano” attacco ransomware ora ci troviamo davanti ad un bivio.

Scegliere di girarci dall’altra parte (Matrix), così come abbiamo fatto nel lontano 2001 (9/11).

Oppure prendere in “seria” considerazione nuove soluzioni architetturali e tecnologiche per creare un Mondo Migliore (anche grazie alla IT Security Eretica)

Il video sopra riportato (registrato il 6 febbraio 2023), grazie alla collaborazione dell’attivissima OndaRadio, è una mia breve analisi “a caldo” rilasciata alla dott.ssa Alessandra Gargano McLeod sull’attacco ransomware mondiale in esame. Temo di aver compreso, da subito, quello che c’era da capire.

https://www.securityweek.com/esxiargs-ransomware-hits-over-3800-servers-as-hackers-continue-improving-malware/

https://www.shodan.io/search?query=title%3A%22how+to+restore+your+files%22

https://www.redhotcyber.com/post/attacco-informatico-allacea-sito-ed-app-fuori-servizio-e-programmi-di-gestione-soc-attivo-h24/

Livello -3 (Versione Inglese): https://www.lulu.com/it/shop/valter-cartella/level-3/paperback/product-jg4m97.html?q=Level+-3&page=1&pageSize=4

Livello -3 (Versione Italiana): https://www.amazon.it/dp/B0B75GJTWV?ref_=pe_3052080_397514860

Denuncia Censura “Livello -3” by Amazon KDP: https://youtu.be/LuNcw7qT2jA

https://www.recordedfuture.com/esxiargs-ransomware-targets-vmware-esxi-openslp-servers

https://www.recordedfuture.com/esxiargs-ransomware-targets-vmware-esxi-openslp-servers

https://www.bleepingcomputer.com/news/security/new-esxiargs-ransomware-version-prevents-vmware-esxi-recovery/

1) SIEM (Security Information and Event Management); 2) Network Forensics Tools (NFT) or Network Traffic Analysis (NTA); 3) Endpoint Detection and Response (EDR, noto anche come ETDR)

https://www.centerforhealthsecurity.org/our-work/exercises/event201/

https://www.wallstreetitalia.com/attacchi-informatici-per-schwab-dobbiamo-immunizzare-internet-per-fermarli/

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IL COMPUTER QUANTISTICO & LA SUA APPLICAZIONE NELLE NEUROSCIENZE

A cura della dott.ssa Alessandra Gargano McLeod

Il quantum computing, benché agli albori, già esiste ed è utilizzato: dai modelli finanziari alla medicina – inclusa la ricerca per il Covid-19 -, dalle previsioni metereologiche alla crittografia. L’innovazione corre veloce e tra pochi anni saranno molte le aziende che potranno acquistarli. Ecco come funzionano i computer quantistici, chi li sta sviluppando e quali sono i nodi ancora da sciogliere

Con il quantum computing la svolta l’ha dettata Ibm quando ha presentato (al Consumer electronics show di Las Vegas 2019) il primo computer quantistico (o quantico) commerciale, l’Ibm Q System One. La potenza della computazione quantistica e della fisica subatomica è uscita dai laboratori per entrare nel mondo del business: il computer quantistico di Ibm, tramite il cloud, può essere impiegato dalle aziende per applicazioni commerciali che vanno dai modelli finanziari al farmaco personalizzato, dalle previsioni metereologiche alla crittografia.

In questa corsa al computer quantistico più potente Ibm deve vedersela con Google, che in California ha un Quantum Artificial Intelligence Lab dedicato alla ricerca e sviluppo quantistico. Il laboratorio unisce strettamente il lavoro di Big G sull’intelligenza artificiale e quello sul calcolo quantistico focalizzandosi sullo sviluppo di semiconduttori e algoritmi dedicati. Il direttore John Martinis, uno dei massimi esperti di ricerca quantistica, ha aperto le danze dichiarando che il colosso californiano era vicino alla creazione del computer quantistico in grado di dimostrare la “quantum supremacy”, la superiorità del calcolatore quantistico sui supercomputer tradizionali. Così infatti è stato.

Ma sono tanti i centri di ricerca e le aziende che in tutto il mondo investono sullo sviluppo del quantum computing. L’Europa, con la “Quantum Flagship Initiative”, ha messo in campo 1 miliardo di euro in dieci anni a partire dal 2018.

Nel 2021 le start-up del quantum computing hanno attratto investimenti privati per 1,7 miliardi di dollari, più del doppio della somma raccolta nel 2020. Secondo il report “Quantum computing: An emerging ecosystem and industry use cases” a cura di McKinsey & Company, sono quattro i settori in cui l’impiego delle soluzioni di quantum computing appare particolarmente interessante: pharma, chimica, automotive e finanza.

Computer quantistico e i qubit: I quantum computer sono calcolatori che sfruttano le leggi della fisica e della meccanica quantistica, quella che studia le particelle subatomiche. La loro unità fondamentale è il bit quantistico o qubit, legato allo stato in cui si trova una particella o un atomo e le cui peculiarità permettono di svolgere i calcoli in modo molto più veloce.

Infatti, mentre nel metodo computazionale classico ogni bit è rappresentato da zero o uno (sistema binario), nel computing quantistico il qubit può essere 0-1 o zero e uno contemporaneamente. Questo è possibile grazie alla sovrapposizione degli stati quantistici, che abilita i calcoli in parallelo (anziché uno alla volta), moltiplicando esponenzialmente potenza e velocità anche per calcoli estremamente complessi, riducendo i tempi di elaborazione da anni a minuti.

Oltre alla sovrapposizione di stati i qubit hanno altre proprietà specifiche che derivano dalle leggi della fisica quantistica come l’entanglement, cioè la correlazione tra un qubit ed un altro, da cui deriva una forte accelerazione nel processo di calcolo.

Peculiarità e problematiche del computer quantistico. Lo stato subatomico crea anche delle problematiche che il quantum computing deve superare. La prima sfida è mantenere la qualità dei qubit, potenti ma delicati: perdono rapidamente le loro speciali qualità quantiche (in circa 100 microsecondi) a causa di fattori quali le vibrazioni e le fluttuazioni della temperatura dell’ambiente e le onde elettromagnetiche. Le particelle sono volatili e fragili, proprio perché cambiano stato, e potrebbero causare la perdita di dati e informazioni utili al processo di calcolo.

Ibm Q System One e la community quantistica sul cloud: Ibm ha inaugurato l’era dei computer quantistico nel 2001 creando all’Almaden Research Center un elaboratore quantistico a 7 qubit. Nel 2017 ha realizzato e reso operativi due computer quantistici rispettivamente a 16 e 17 qubit. A febbraio 2019 al Ces di Las Vegas Ibm ha annunciato un computer da 20 qubit, ma nei laboratori è arrivata a simulare il funzionamento del computer quantistico a 56 qubit, un livello considerato da supercomputer. A ottobre 2019 l’azienda ha inserito nel suo arsenale di super-macchine quantistiche un computer da 53 qubit. Inoltre Ibm ha anche sviluppato il Q System One, il primo sistema di elaborazione quantistica “integrato e universale” progettato sia per la ricerca scientifica che per l’uso commerciale, e ha annunciato l’apertura del suo primo Q Quantum computation center a Poughkeepsie, New York, dove saranno ospitati alcuni dei più avanzati sistemi quantistici di Ibm basati su Ibm cloud. Adesso tutto questo si rinnova. Infine, in occasione dell’annuale Quantum Summit, l’azienda ha annunciato Eagle, il primo processore quantistico a 127 qubit che sancisce il superamento della potenza di calcolo simulabile con gli attuali computer. Il processore Eagle consente di sfruttare il potenziale di calcolo dei dispositivi basati sulla fisica quantistica per risolvere problemi complessi, effettuare sperimentazioni ed eseguire applicazioni basate su algoritmi quantistici. Eagle è l’ultimo passo lungo il percorso di scalabilità dell’informatica quantistica tracciato da IBM per consentire ai circuiti quantistici di raggiungere il Quantum Advantage, il punto in cui i sistemi quantistici superano significativamente quelli classici. Insieme al lancio di Eagle Ibm ha inauguranto il Quantum System Two, la nuova generazione di sistemi integrati di calcolo quantistico progettata per lavorare con processori a 433 e 1121 qubit che verranno sviluppati nei prossimi anni. Il primo processore Eagle è disponibile in versione sperimentale per alcuni selezionati membri del Q Network, il programma commerciale di quantum computing di Ibm.

Arriviamo al Digital Quantum: C’è anche l’Italia nell’evoluzione del computer quantistico il nuovo traguardo per il computer quantistico è a firma italiana: il team napoletano di Seeqc, guidato dal ricercatore Marco Arzeo, ha sviluppato e misurato con successo un’operazione logica (gate) a due-qubit. Quello di Seeqc è il primo team italiano e uno dei pochi tra una manciata di altre aziende internazionali di computazione quantistica a raggiungere questo traguardo ingegneristico.

Seecq è un’azienda di computazione quantistica digitale con sedi negli Usa e in Europa. A Napoli lavora con un team nato dalla collaborazione con l’Università Federico II. La misura di un gate a due-qubit rappresenta un passo cruciale per il Quantum Computing Seeqc nel portare avanti il design e lo sviluppo di una piattaforma commerciale.

L’innovazione di Seeqc è nell’approccio alla parte hardware della computazione quantistica, spiega Arzeo: a differenza dei colossi più noti del Quantum Computing, Seeqc usa il Digital Quantum Computing, ovvero circuiti integrati che uniscono il qubit con l’elettronica di controllo digitale.

Il calcolo quantistico digitale combina infatti la computazione classica con quella quantistica, creando un’architettura completamente digitale e provando a superare così i problemi di efficienza, stabilità e costi che si presentano spesso con i sistemi di calcolo quantistico basati su un’infrastruttura analogica e di controllo a microonde (tecnologia CMOS).

Torniamo un attimo all’entanglement! Cos’è, come nasce, come si può utilizzare nei computer. Il concetto di “entanglement”, definito da Erwin Schrödinger come “la peculiarità della meccanica quantistica”, è basato sul principio di sovrapposizione degli stati e sulla non separabilità degli stati delle parti di un sistema composto. Coppie di fotoni entangled in polarizzazione possono essere create quando un fascio laser attraversa un cristallo non-lineare come il beta borato di bario. Si può dimostrare sperimentalmente che il cristallo converte un fotone ultravioletto in due fotoni di energia più bassa nel vicino infrarosso, l’uno polarizzato orizzontalmente visualizzando un cono rosso, l’altro polarizzato verticalmente visualizzando un cono blu. Si sta manipolando un semplice granello di materia, ossia un frammento di cristallo di silice non più grande di un virus, che levita in un raggio di luce, per cui si può riuscire in modo indipendente a congelare nanoparticelle così minuscole di appena 100-140 nanometri di diametro.

Un po’ di storia. All’inizio del ventesimo secolo le teorie della fisica classica erano in grado di descrivere coerentemente la meccanica e la termodinamica dei corpi macroscopici, ciononostante le previsioni riguardanti la struttura atomica in dettaglio e l’interazione radiazione-materia, in particolare il problema di determinare il potere emissivo del corpo nero, fornivano risultati piuttosto dubbi. Queste ambiguità sono state definitivamente eliminate negli anni ’20 con lo sviluppo della meccanica quantistica, grazie ai contributi di fisici come Schroedinger, Heisenberg, Bohr e Pauli. La struttura di questa nuova teoria fisica appena delineata ha messo in luce una serie di proprietà strabilianti e per nulla intuitive relativamente al mondo microscopico, come ad esempio il dualismo onda-particella, il principio di indeterminazione, l’effetto tunnel e l’entanglement. Per di più la natura intrinsecamente statistica di questa teoria ha introdotto un tipo di indeterminazione che è stata fonte di preoccupazioni e di dibattiti sia per i fisici che per i filosofi riguardo alla struttura della materia.

Il punto di vista che in questo momento viene ampiamente accettato dalla comunità scientifica viene detto interpretazione di Copenhagen e pone al centro della teoria l’atto della misurazione, per citare il fisico tedesco P. Jordan “Le osservazioni non solo disturbano ciò che si misura, ovvero esse lo producono”. Il ruolo della misura in meccanica quantistica è così critico e strano che ognuno può chiedersi a ragione che cosa costituisca esattamente una misura; per il momento lasciamo al lettore lo stimolo per ulteriori ragionamenti in merito alla natura dell’Entanglement Quantistico.

Fatta questa doverosa premessa storica, torniamo ora al qubit . Un qubit si comporta come se fosse in 0 e 1 contemporaneamente. L’entanglement quantistico è un tipo speciale di sovrapposizione tra due o più qubit, sfruttando l’interazione con i qubit si possono eseguire calcoli estremamente difficili, che altrimenti non sarebbero possibili. L’idea dei computer quantistici può essere fatta risalire al fisico e premio Nobel Richard P. Feynman. In un documento datato 1982, Feynman postulò questo: per simulare i sistemi quantistici su una macchina dovrebbe essere necessario costruire computer quantistici.

La potenza dei computer quantistici si misura in numero di qubit, che lavorano nella stessa macchina.

La prima macchina quantistica è stata implementata nel 1998 come un registro a 2 qubit.

Nel 1994 il matematico americano Peter Shor progettò un protocollo pioneristico, che fu la prima chiara minaccia da parte dei computer quantistici alla crittografia classica. L’algoritmo di Shor è un algoritmo che agisce sui polinomi, che può essere eseguito su qualsiasi computer quantistico e risolvere il problema della fattorizzazione dei numeri interi.

entangleIdI nuovi computer quantistici funzionano con paradigmi totalmente nuovi rispetto ai computer classici, sfruttando fenomeni quantomeccanici come la sovrapposizione quantistica degli stati ed entanglement, inoltre usano oggetti come gli elettroni, le molecole, i fotoni o persino piccoli circuiti elettronici con effetti quantistici, che utilizzano il concetto di spin, che è una rotazione dell’elettrone, considerando leggi fisiche diverse da quelle utilizzate.

Nell’immagine a lato si vede una rappresentazione artistica della sfera di Bloch: i due poli della sfera corrispondono agli stati puri |0⟩ 𝑒 |1⟩, mentre i punti sull’equatore corrispondono ad una sovrapposizione omogenea degli stati |0⟩ 𝑒 |1⟩.

Un bit classico è rappresentato da un sistema che può esistere in due stati diversi, come ad esempio un circuito, in cui passa o meno corrente; invece, un qubit (quantum bit) è rappresentato da un sistema quantistico a due livelli in uno spazio di Hilbert bidimensionale

La biologia quantistica applicata: nuova opportunità per comprendere i meccanismi della coscienza.
Un tentativo di dare risposte a questi interrogativi è quello di applicare dei principi di meccanica quantistica in biologia e in ambito neuroscientifico. È stato evidenziato come la nuova scienza della biologia quantistica può essere la rivoluzione del pensiero biologico per lo studio dei correlati neuronali della coscienza. Inoltre, la meccanica quantistica può rappresentare un cambiamento metodologico per analizzare gli elementi dell’esperienza soggettiva.

La teoria quantistica della coscienza più nota è la teoria di PENROSE-HAMEROFF: la coscienza è un effetto quantistico. La coscienza sarebbe basata su vibrazioni quantistiche nei microtubuli all’interno dei neuroni cerebrali (un processo definito OOR – Orchestrated Objective Reduction).

Secondo Penrose e Hameroff, un approccio meccanico quantistico alla coscienza può spiegare tutte le manifestazioni del comportamento umano, compreso il libero arbitrio. Il cervello sfrutterebbe infatti la proprietà dei sistemi fisici quantistici di trovarsi in uno stato sovrapposto multiplo al fine di esplorare una serie di opzioni diverse in un piccolo lasso di tempo.

Inoltre, ipotizzarono che la tubulina in un neurone sia in correlazione quantistica (azione misteriosa a distanza) con la tubulina in molti altri neuroni. Quindi, se tutti i neuroni nel cervello sono collegati con questa correlazione quantistica, allora essi potrebbero interconnettere tutta l’informazione codificata in nervi separati, e di conseguenza superare il problema del collegamento, cioè come fanno tutti gli impulsi provenienti dai diversi sensi e dalla memoria (sono impulsi isolati) a generare la percezione unitaria dell’oggetto, dell’animale, della persona.

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Il MIT CREA SINAPSI ANALOGICHE: 1 milione di volte più veloci di quelle umane!

In seno alle numerose ricerche nel campo delle neuroscienze che noi di OndaRadio stiamo conducendo, per lo studio in formato “saggio breve” sull’ entanglement, che uscirà il prossimo Autunno, non potevamo fare a meno di riportare alcune recentissime indiscrezioni, provenienti dal mondo accademico scientifico, nell’ambito delle neuroscienze e dell’applicazione di certe tecnologie avanguardiste nella creazione e quindi “istruzione” delle nuove e sempre più performanti, reti neurali.

Spieghiamo per i non addetti agli studi, che cosa si intende per rete neurale! Intanto dovremo fare un differenziazione tra reti neurali naturali e reti neurali artificiali.

Una rete neurale descrive una popolazione di neuroni fisicamente interconnessi tra loro, o un gruppo di neuroni cui diversi fattori di produzione o di segnalazione definiscono un circuito riconoscibile. La comunicazione tra i neuroni spesso comporta un processo elettrochimico.

Le reti neurali artificiali sono, invece, modelli matematici composti da neuroni artificiali che si ispirano al funzionamento biologico del cervello umano. Risultano indispensabili per risolvere problemi ingegneristici di intelligenza artificiale e richiedono avanzati chip hardware a supporto. In questo servizio analizziamo cosa sono, come funzionano e con che tipo di chip possono funzionare le reti neurali e quali sono le loro nuove frontiere tecnologiche.

Neuroni biologici interconnessi formano le nostre reti neurali cerebrali, quelle che permettono a ciascun individuo di ragionare, fare calcoli in parallelo, riconoscere suoni, immagini, volti, imparare e agire… L’idea di poter replicare artificialmente il cervello umano, simulandone il funzionamento, attraverso delle reti neurali artificiali ha una storia che inizia da lontano, dai primi anni ’40 del XX secolo [il primo neurone artificiale fu proposto da W.S. McCulloch e W. Pitts in un famoso lavoro del 1943 intitolato “A Logical Calculus of the Ideas Immanent in Nervous Activity” con il quale cercarono di dimostrare che una macchina di Turing poteva essere realizzata con una rete finita di neuroni per dimostrare che il neurone era l’unità logica di base del cervello .

Una rete neurale di fatto si presenta come un sistema “adattivo” in grado di modificare la sua struttura (i nodi e le interconnessioni) basandosi sia su dati esterni sia su informazioni interne che si connettono e passano attraverso la rete neurale durante la fase di apprendimento e ragionamento.

Capiamo come: una rete neurale biologica riceve dati e segnali esterni (nell’uomo e nell’animale vengono percepiti attraverso i sensi grazie a complesse organizzazioni di cellule nervose che hanno “compiti” differenti come la percezione dell’ambiente, il riconoscimento degli stimoli, ecc.); questi vengono elaborati in informazioni attraverso un imponente numero di neuroni (che rappresentano la capacità di calcolo) interconnessi tra loro in una struttura non-lineare e variabile in risposta a quei dati e stimoli esterni stessi. È in quest’ottica che si parla dunque di “modello” matematico-informatico.

Proprio come il nostro cervello ha bisogno di sinapsi e neuroni per creare una serie di collegamenti tra diverse parti del cervello, e i processori digitali hanno bisogno di transistor, i processori analogici richiedono transistor programmabili. Se inseriti nella giusta configurazione, possono essere programmati per agire in modo molto simile al cervello umano.

“Il potenziale d’azione nelle cellule biologiche aumenta e diminuisce con una scala temporale di millisecondi, poiché la differenza di tensione di circa 0,1 volt è limitata dalla stabilità dell’acqua”, ha spiegato il ricercatore Ju Li. “Qui applichiamo fino a dieci volt su uno speciale film di vetro solido di spessore nanometrico che conduce i protoni, senza danneggiarlo permanentemente”.

Questo sviluppo aiuterà nella creazione di reti neurali ancora più veloci, algoritmi che tentano di riconoscere le relazioni in insiemi di dati simili al modo in cui i nostri cervelli naturali elaborano i dati.

Questa maggiore velocità ed efficienza consentirà ai ricercatori di far crescere le reti neurali su larga scala e di ridurre l’impronta di carbonio dei computer necessari per eseguirle. L’aumento della potenziale velocità di elaborazione, ha affermato il ricercatore Murat Onen, non è paragonabile a un’auto più veloce, ma a un “veicolo spaziale”.

Si spera, ha affermato Onen, che le nuove reti abbiano una “complessità senza precedenti” e saranno in grado di superare tutti gli altri tipi di reti neurali.

A quanto pare, fuori di metafora e al di qua della mera fantascienza, parrebbe che ci troviamo alle porte di una rivoluzione epocale, la capacità sul piano matematico/informatico di simulare il funzionamento di un cervello biologico attraverso questi particolari software istruiti e adattivi. L’intelligenza che crea altre intelligenze; un’intelligenza, quella umana, che crea copie artificiali, di se stessa… La qual cosa mi fa sempre di più pensare, alla clonazione. Tema che affronteremo ampiamente nel saggio in uscita il prossimo autunno. Continuate a leggere nel frattempo gli articoli che pubblicheremo, poiché la matassa è assai intricata, e il nostro obbiettivo è prima di tutto comprendere e poi divulgare ciò che abbiamo passato al vaglio di studi specialistici di settore. Sostieni la libera ricerca scientifica, e la sua libera divulgazione, scevra da ricatti economici o politici. Sostieni OndaRadio!

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UNA DECODIFICA DEL PASSATO IN GRADO DI ALTERARE IL CORSO DEGLI EVENTI FUTURI È FANTASCIENZA?

Chi era Nostradamus? Pseudonimo di Michel de Nostredame, (Saint-Rémy-de-Provence, 14 o 21 dicembre 1503 – Salon-de-Provence, 2 luglio 1566), è stato un astrologo, scrittore, farmacista e speziale francese.

È considerato da molti come uno tra i più famosi e importanti scrittori di profezie della storia. È famoso principalmente per il suo libro Le Profezie, che consiste di quartine in rima, raccolte in gruppi di cento, nel libro Centuries et prophéties (1555).

I sostenitori dell’attendibilità di queste profezie attribuiscono a Nostradamus la capacità di aver predetto un incredibile numero di eventi nella storia del mondo, tra cui la rivoluzione francese, la bomba atomica, l’ascesa al potere di Adolf Hitler e gli attentati dell’11 settembre 2001. Nessuno ha tuttavia mai dimostrato di poter ricavare dalle quartine di Nostradamus dati attendibili per la previsione del futuro.

Si rileva infatti che queste predizioni altro non sono che esempi di chiaroveggenza retroattiva. In altri termini, le quartine sono scritte in un modo così ambiguo che chiunque, a posteriori, può leggere o interpretare in esse ciò che meglio crede.

Stando alle parole dello studioso Massimo Polidoro: «Nostradamus non ha mai veramente previsto alcun evento futuro. Le uniche tre volte in cui ha indicato una data precisa per le sue profezie, infatti, si è clamorosamente sbagliato: in una prevedeva il culminare di una lunga e selvaggia persecuzione religiosa per il 1792 (che non c’è mai stata), in un’altra la totale distruzione della razza umana per il 1732 e nella terza la fine del mondo per il 1999!»

Noi di OndaRadio abbiamo intervistato Giancarlo Rossi, venezuelano di nascita, trasferitosi vent’anni fa in Italia. Giancarlo pare sia uno tra i più grandi decifratori delle quartine di Nostradamus, e allievo del grande Ottavio Cesare Ramotti, autore di “Le chiavi di Nostradamus” una sorta di testo guida fondamentale per chiunque voglia cimentarsi nello studio della pratica di decodifica delle quartine profetiche o presunte. Giancarlo Rossi, grande studioso e grande anima, intervistato per noi di OndaRadio dalla dott.ssa G. McLeod, fu inoltre collega universitario di Bubu Burioni.

http://letteredivine.angelfire.com

Durante il corso dell’intervista abbiamo tentato di comprendere la differenza tra interpretazione e decifrazione delle quartine di Nostradamus.

Decodificare significa trasformare un testo scritto in codice, traducendolo in un linguaggio verbale. Interpretare significa attribuire valori semantici a simboli, segni o stringhe di simboli e segni, come di consueto avviene nell’interpretazione degli enunciati del linguaggio verbale ordinario.

In questo caso l’interpretazione sarà il frutto di una convenzione, poiché il linguaggio verbale è pubblico. Venendo meno tale carattere fondante di convenzionalità, ci troveremo, viceversa, di fronte ad un linguaggio privato, differente per ognuno e quindi non comunicabile se non a mezzo dei codici specifici che lo compongono.

Decodificare, dunque, un linguaggio privato, implica conoscere i significati dei segni/simboli implicati nella sua semantica grammaticale.

Il maestro Rossi pare abbia decodificato più di 400 quartine, attraverso un metodo matematico, impartitogli proprio dallo stesso Rumotti. Qui di seguito passeremo in rassegna alcuni degli elementi chiave, per la comprensione profonda del nostro passato, scaturiti proprio dalla decodifica di queste 400 quartine.

Cominciamo proprio con il tema dell’apocalisse, che, secondo il maestro Rossi, corrisponderebbe cronologicamente all’era della clonazione umana. Da qui siamo stati ricondotti inevitabilmente al tema degli innesti genetici primordiali e di quelli che si sono succeduti nel corso della storia della genetica umana.

Sorge quasi spontanea, dunque, l’implausibilità della teoria evoluzionistica, e il relativo collegamento al fatto che non esista una scienza neutrale, fuori dal contesto politico finanziario all’interno del quale si è prodotta.

Ma entriamo nel vivo della questione. Chi ha compiuto tali innesti genetici? Dio o gli alieni? E se Dio fosse alieno? Lasciamo stare tali domande ontologiche, poiché a dire il vero, ai fini della ricerca epistemologica, non sono né essenziali né così tanto rilevanti.

Prendiamo in considerazione l‘ipotesi ufologica. Gli alieni pare siano in grado di viaggiare attraverso il tempo e lo spazio; e quindi per questo sarebbero in grado di alterare la linea temporale degli eventi, creando quello che in fisica quantistica viene definito, spazio delle fasi alterne.

Ma facciamo un piccolo passo indietro! Cosa si intende con l’espressione “viaggiare nel tempo“? Con il termine viaggiatori extratemporali, sopratemporali oppure extratopici ci si riferisce alla presenza ipotetica o immaginaria di persone, oggetti o fatti “al di fuori della storia”, ovvero apparentemente estranei alla dimensione temporale o spaziale alla quale la storiografia o la scienza comunemente li ascrive.

Un esempio – in questo caso una congettura del tutto immaginaria – potrebbe essere costituito dal resoconto di un colloquio tra Napoleone e un faraone dell’antico Egitto.
Molti oggetti archeologici o anche personaggi storici sono stati descritti da autori di romanzi di fantascienza o in opere di fantarcheologia come extratemporali ed hanno anche ispirato vari tipi di teorie considerate mera letteratura fantastica o pseudoscienza.

Adesso però parliamo di scienza! Le teorie scientifiche reputano possibile viaggiare nel tempo. Ma la realtà non è poi così chiara. A dare il via alla ricerca scientifica sul viaggio nel tempo fu, verso la fine del XIX secolo, la nozione per cui il tempo potrebbe essere visto come una dimensione, come lo spazio. Nello spazio ci possiamo muovere facilmente, quindi perché non potremmo farlo nel tempo?

“Nello spazio possiamo andare dove vogliamo, quindi forse è possibile farlo anche nel tempo” afferma Nikk Effingham, filosofo presso l’Università di Birmingham nel Regno Unito. “Da questo presupposto, il passo verso le macchine del tempo è breve”.

Wells era uno scrittore, non un fisico, ma la fisica l’avrebbe presto raggiunto. Nel 1905 Albert Einstein pubblicò la prima parte della sua teoria sulla relatività, nota come la relatività ristretta (o speciale), che ipotizza che spazio e tempo siano malleabili, e che la misurazione di entrambe le dimensioni dipenda dalla velocità relativa della persona che esegue la misurazione.

Qualche anno dopo, il matematico tedesco Hermann Minkowski dimostrò che, secondo la teoria di Einstein, spazio e tempo possono essere concepiti come due aspetti di un’unica entità quadridimensionale nota come spaziotempo. Poi, nel 1915, Einstein elaborò la seconda parte della sua teoria: la relatività generale. La relatività generale presenta la gravità in una nuova luce: invece di pensarla come una forza, la descrive come una curvatura dello spaziotempo.

Ma la relatività ristretta è sufficiente per iniziare i preparativi per il viaggio nel tempo. La teoria “sostiene che il tempo sia molto più simile allo spazio di quanto si creda” afferma Clifford Johnson, fisico presso la University of Southern California. “Quindi forse tutto ciò che possiamo fare con lo spazio, possiamo farlo con il tempo”.

Beh, quasi tutto. La relatività ristretta non ci indica un modo per tornare indietro nel tempo, ma ce ne indica uno per andare avantie ad una velocità che potremmo controllare. Grazie alla relatività ristretta, infatti, è possibile che due gemelli abbiano età diverse: il famoso “paradosso dei gemelli”.

Supponiamo che stiate viaggiando verso il sistema stellare di Alfa Centauri nella vostra navicella ad altissima velocità (vicina alla velocità della luce), mentre il vostro gemello è rimasto sulla Terra. Quando tornerete a casa, vi accorgerete che siete molto più giovani di lui. Sembra illogico, ma la fisica che sta alla base di questa teoria, dopo oltre un secolo, non è stata smentita.

Con la relatività generale, invece, le cose si fanno interessanti: in questa teoria un oggetto massiccio curva o distorce lo spazio e il tempo. Forse avete visto diagrammi o video che confrontano questo concetto con il modo in cui una palla distorce un telo elastico.

Una conseguenza è che, così come viaggiare ad alta velocità influenza la velocità in cui il tempo passa, semplicemente trovarsi vicino a un oggetto molto pesante, come un buco nero, influenza il modo in cui ognuno sperimenta il tempo (questo è un concetto fondamentale della trama del film Interstellar, del 2014, in cui il personaggio interpretato da Matthew McConaughey trascorre del tempo nelle vicinanze di un grande buco nero; quando torna a casa, scopre che la sua sorella minore è diventata più grande di lui).

Ma i buchi neri sono solo l’inizio: i fisici hanno formulato ipotesi anche sulle implicazioni di una struttura molto più esotica nota come wormhole, o cunicolo spazio-temporale. I wormhole, se esistono, potrebbero collegare un luogo nello spaziotempo con un altro. Un astronauta che entra in un wormhole nella Galassia di Andromeda nell’anno 3000 potrebbe uscire dall’altra estremità della nostra galassia nell’anno 2000. Ma c’è un ma: se da un lato abbiamo abbondanti prove sull’esistenza dei buchi neri in natura — gli astronomi ne hanno fotografato uno l’anno scorso — i wormhole sono ancora solo un’ipotesi.

Levin afferma che è “matematicamente concepibile” che strutture come i wormhole esistano, ma potrebbero non far parte della nostra realtà fisica.

Inoltre c’è la questione di cosa accadrebbe alle nostre nozioni di causa ed effetto, se il viaggio indietro nel tempo fosse possibile. Il più famoso di questi enigmi è il cosiddetto “paradosso del nonno”: supponiamo che voi andiate indietro nel tempo a quando vostro nonno era un ragazzo. Lo uccidete (magari per sbaglio), il che significa che i vostri genitori non sarebbero nati e quindi anche voi non sareste nati. E quindi, non sareste in grado di viaggiare nel tempo e uccidere vostro nonno.

Gli scenari che Effingham e Costa immaginano contemplano un solo universo con un’unica “linea di tempo”. Ma alcuni fisici ipotizzano che il nostro universo sia solo uno di tanti. Se fosse vero, allora i viaggiatori del tempo potrebbero visitare il passato e influenzarlo, il che getterebbe nuova luce sul paradosso del nonno.

“Potreste quindi decidere, per un qualche motivo, di tornare nel passato e commettere quel crimine [uccidere il vostro nonno], a quel punto il mondo ‘si dividerebbe’ in due diverse realtà”, afferma Levin. Quindi, “anche se avete l’impressione di alterare il vostro passato, in realtà non lo state facendo, state creando una nuova storia” (l’idea di più linee temporali sta alla base della trilogia di film Ritorno al futuro; al contrario nel film L’esercito delle 12 scimmie il personaggio interpretato da Bruce Willis fa più viaggi nel tempo, ma tutto si svolge su un’unica linea temporale).

Se seguiamo l’ipotesi delle molteplici linee temporali, quindi, per esempio, la città sommersa di Atlantide, potrebbe ancora esistere in superficie, in una di queste linee temporali!?
Dov’è Atlantide? Cosa ha procurato la sua scomparsa? E’ stata causata dall’uomo o è stato il risultato di inevitabili cambiamenti geofisici insiti nel naturale ciclo evolutivo del pianeta Terra?

Se si conosce il significato dell’espressione “inverno nucleare” e quali tipi di armi potrebbero innescare un tale cataclisma atmosferico, specie nel periodo storico che stiamo vivendo, sarebbe rassicurante l’idea di poter cambiare l’ordine degli eventi futuri.

A cura di,

Alessandra G. McLeod

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LA NOSTRA REALTA’ COME PARTE DI UN SISTEMA BINARIO: 2 MONDI CHE INTERAGISCONO TRA LORO

Se l’informazione, come afferma Melvin Vopson, è il quinto stato della materia, allora siamo in una simulazione. La domanda, però, che ci siamo posti è: “di che natura è tale simulazione?

Si è molto discusso attorno a questo tema, sdoganando, forse in maniera eccessivamente divulgativa, il concetto di universo olografico. Ciò su cui abbiamo cercato di sviluppare la nostra indagine, è proprio la natura di tale olografia, anzi più precisamente i suoi connotati fisici. Per far ciò ci siamo prevalentemente serviti di uno studio recente condotto da due fisici dell’Università del Maryland: il loro studio pubblicato da poco su Physical Review Research afferma che potrebbero esserci due realtà.

Lo studio in questione sarebbe Strained bilayer graphene, emergent energy scales, and moiré gravity.
Vediamo nel dettaglio di cosa si tratta, riportando qui di seguito l’abstract dello studio americano, che noi di OndaRadio abbiamo tradotto per voi.

“Il grafene a doppio strato contorto è un ricco sistema di materia condensata, che consente di regolare le scale energetiche e le correlazioni elettroniche. La fisica a bassa energia della struttura moiré risultante può essere descritta matematicamente in termini di diffeomorfismo in una formulazione continua. Sottolineiamo che il twisting è solo un esempio di diffeomorfismo moiré. Un’altra trasformazione particolarmente semplice e sperimentalmente rilevante è un ceppo isomorfo omogeneo di uno degli strati, che dà origine a un modello moiré quasi identico (ruotato da 90∘) rispetto alla struttura attorcigliata) e bande  potenzialmente piatte. Osserviamo inoltre che la fisica delle basse energie del grafene a doppio strato deformato assume la forma di una teoria dei fermioni che scavano tunnel tra due spazio-tempi curvi. La trasformazione conforme delle metriche si traduce in emergenti “scale di energia moiré”, che possono essere sintonizzate per essere molto inferiori a quelle della teoria nativa. Questa osservazione si generalizza a una dimensione spazio-temporale arbitraria con o senza un reticolo o una periodicità sottostante e suggerisce una famiglia di modelli giocattolo di “gravità moiré” con scale di bassa energia emergente. Motivati ​​da queste analogie, presentiamo un’esplicita costruzione giocattolo della gravità moiré, in cui l’effettiva costante cosmologica può essere arbitrariamente ridotta. Speculiamo sulla possibile rilevanza di questo scenario per la fondamentale catastrofe del vuoto in cosmologia.”

Secondo un comunicato stampa dell’università, come detto, esisterebbe una seconda realtà oltre la nostra, ma non sarebbe esattamente come ci aspettiamo. Durante uno studio sulle proprietà elettriche di sottili strati sovrapposti di grafene, i fisici Alireza Parhizkar e Victor Galitski hanno fatto una scoperta. Si sono resi conto che i risultati potevano rispondere ad aree diverse della fisica.

Nelle pile di grafene, l’elettricità cambia comportamento quando due fogli interagiscono tra loro. Per questo i due studiosi ipotizzano che una fisica unica possa emergere in modo simile da strati interagenti altrove, forse ovunque. Cosa vuole dire? Vuol dire che la nostra realtà sarebbe solo la metà di due “mondi” che interagiscono tra loro. 

Un foglio curvo e allungato di grafene posato su un altro foglio curvo crea un nuovo motivo che influisce sul modo in cui l’elettricità si muove attraverso i fogli. Un nuovo modello suggerisce che una fisica simile potrebbe emergere se due universi adiacenti sono in grado di interagire.

L’universo olografico è binario?

Le eccezionali proprietà elettriche del grafene impilato e la possibile connessione alla nostra realtà con una “realtà gemella” derivano dalla fisica speciale prodotta da schemi chiamati motivi moiré. Cos’è un motivo moiré

I motivi moiré si formano quando due motivi ripetuti, dagli esagoni degli atomi nei fogli di grafene alle griglie degli schermi delle finestre, si sovrappongono e uno degli strati viene attorcigliato, sfalsato o allungato.

Galitski e Parhizkar si sono resi conto che la fisica di due fogli di grafene può essere reinterpretata. Potrebbe essere la fisica di universi bidimensionali in cui gli elettroni saltellano occasionalmente da un “piano” all’altro.

Per essere più chiari, e con parole da assoluta profana (i più esperti leggano la ricerca e ci aiutino a raccontarla meglio in termini semplici) ci sarebbero due mondi, ciascuno con sue leggi fisiche, che interagirebbero tra di loro producendo una fisica “comune”, fatta di campi “ibridi” capaci di essere presenti in entrambi i mondi.

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DALLA PACE ARMATA AL DISARMO DA SALOTTO TV. E’ PURO CINEMA!

I media occidentali, globalisti, e a corrente Woke, come al solito demonizzano e criminalizzano come infetto, adesso come guerrafondaio, tutto ciò e tutti coloro che tentano di resistere al colpo di stato globale inaugurato proprio dall’operazione Corona.

Tutti, o forse non proprio tutti, sanno che la storia dell’Ucraina ebbe inizio circa 8 anni fa, quando le truppe neonaziste di Zelensky con un colpo di stato si insediarono all’interno del governo prendendone pieno potere.

Durante questi anni le lotte, le discriminazioni, le guerriglie, gli stermini del Donbass si susseguirono e nonostante le numerose denucie dello stesso V. Putin, ciò che avveniva in Ucraina venne completamente passato sotto silenzio dai media globalisti.

Zelensky che ricordiamo, prima del colpo di stato era un uomo di spettacolo, divenne improvvisamente l’uomo giusto per spingere in termini politici e culturali verso un’ipotetica annessione strategica dell’Ucraina alla Nato, creando così un avamposto occidentale giusto ai confini della nazione russa, unica nazione a fare resistenza al Nuovo Ordine Mondiale, dopo il grande Corona Reset. Numerosi dettagli in merito sono contenuti all’interno di una intervista a Maurizio Blondet, che Alessandra Gargano Mc Leod, creator e caporedattrice di OndaRadio, ha realizzato per noi e che potete trovare sul nostro canale youtube.

Così si allestiscono in tutte le piazze delle città e nei più piccoli centri abitati, veri e propri sit-in di protesta contro la guerra accostando alla bandiera arcobaleno della “pace” quella giallo-blue dell’Ucraina, creando così, nella massa della popolazione, (soprattutto quella fetta che disconosce il retroterra storico dei fatti) un’automazione cognitiva, in virtù della quale “chi non appoggia l’Ucraina di Zelensky non vuole la pace”, che poi suona molto simile ad assunzioni del tipo “chi non si vaccina muore” e robe del genere… .

A cura di, Alessandra Gargano Mc Leod

Il grande fraintendimento anche in questa psyop, che per distinguerla dalla psyop Corona, definiremo psyop Ucraina, è proprio quello di accostare alla figura politico mediatica di Zelensky, creata dai media globalisti, la bandiera di una Ucraina libera, sovrana e indipendente. L’ucraina è un paese russofono, la sua capitale Kiev era considerata, durante il corso della storia e per tutto il periodo sovietico, una sorta di capitale culturale della vecchia URSS. La volontà dei globalisti, è quella di far passare attraverso la narrazione mediatica globale, l’idea che sia proprio il popolo ucraino che aspirerebbe all’entrata dell’Ucraina nell’Unione.

Un’ importante nota fondamentale è che, se da un lato abbiamo la demonizzazione dell’avversario, dall’altro si assiste ad un processo di mitizzazione dello stesso. La galassia della controinformazione pare ormai mitizzare la figura del Presidente russo, alla stregua di una figura salvifica, che secondo il suo microfono unico, pare starebbe combattendo una lotta salvifica contro il transumanesimo.

Appare evidente come, da una parte e dall’altra ci sia un tentativo (ben riuscito) di dividere la platea di ascoltatori ancora una volta, in due schieramenti: i filoputiniani e quelli delle armi per la pace a mezzo di “condizionatore“. Lo scenario si articola ancora di più con i giri di giostra televisivi del professore Orsini, a cui noi di OndaRadio abbiamo indirizzato una lettera aperta, sottoscritta dal collettivo autonomo università italiane, e rilanciata da Byoblu. Ci aspettavamo che a rilanciarla fosse proprio il Fatto Quotidiano, il noto giornale filogovernativo di Travaglio, ma purtroppo, nè il professore Orsini nè il Fatto di Travaglio si sono presi la briga di risponderci. La faccenda si commenta da sè e riteniamo che non abbisogni di ulteriori commenti.

L’unica considerazione che sentiamo il dovere di fare è la seguente: pare che la scena del dissenso controllato stia coinvolgendo sempre più personaggi di spicco della “galassia sinistroide” ( per quel che oggi significa sinistra), aprendo le danze di quello che sarà il prossimo giro di giostra della pantomima politica qui nel bel paese, a un passo dal collasso economico, in linea con il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, costituito da Mario Draghi, il banchiere posto a guida del piano di liquidazione totale della PMI italiana e di tutti i suoi contribuenti..

In questo scenario dai tratti a dir poco rassicuranti, il popolo, con l’immancabile aiuto della controinformazione di sistema, pare intrattenersi attorno a degli infiniti qui pro quo su chi sarebbe il dittatore di turno che censurerebbe la realtà dei fatti bellici e le motivazioni reali della guerra più pubblicizzata del momento: Putin, l’oligarca invasore e massacratore di bambini, oppure, il pluriarmato bellicista Biden e il suo seguito di muppet europei, a partire da Boris Johnson, passando per Zelensky e Draghi.

E’ chiaro che l’Italia essendo dal ’44 una colonia degli USA, e da molti anni prima, una SPA inglese, non potrebbe di certo attuare una politica più sovranista in termini di cobelligeranza, spacciata da echi lontani, riprodotti in mondo visione, per aiuti militari in difesa della democrazia e del principio di autodeterminazione del popolo ucraino.

E’ davvero curioso osservare come di fronte ad una tale evidente mistificazione, vi sia da un lato una giustificata indignazione e dell’altro la totale indifferenza, nei confronti di una autentica mistificazione degna delle scene di Project X, mandate in onda da Mentana e spacciate per fatti realmente accaduti in Campidoglio a Washington durante quello che fu definito, per l’appunto, “l’ Assalto al Campidoglio”, tanto che pure l’ironico programma televisivo Striscia la Notizia, dedicò un servizio a quello che potremo definire uno degli scivoloni più impietosi del giornalismo televisivo italiano. Secondo soltanto alle boutad ideologiche di La 7, il terrorismo mediatico di Republichella 2000 e la propaganda del conflitto del Corriere della pera.

Pare che il coro delle “sirene” invochi all’unisono la fine degli atti belligeranti, gridando tutti in coro PACE! Ciò sui cui, le voci del coro sembrano almeno in apparenza dissentire, è il mezzo per pervenire a questa tanto “parlata” PACE.

Abbiamo visto infatti quelli del condizionatore a mezzo della pace armata, e quelli della pace a mezzo della tv. Insomma in entrambi i casi si parla di elettrodomestici! Non stupisce, come abbiamo visto, che in paesi come l’Italia o la Gran Bretagna, quest’anno le uova di Pasqua fossero giallo blue… e che la contro informazione sul web si sia completamente schierata a favore del Presidente russo, che aimè di certo non è uscito fuori dal nulla, piuttosto, invece, designato dal suo stesso predecessore Boris Nikolaevič El’cin, proprio sotto indicazione dell’Occidente. In ogni caso l’ennesima psyop è servita!

Se non accetti le etichette imposte agli eventi dalla grande narrazione sarai automaticamente tagliato fuori dal dibattito pro/contro così strumentalmente cucito ad hoc per fagocitare a mano a mano , come diceva il buon Rino Gaetano, la tua capacità critica di interpretare gli eventi a prescindere dalle due teste del serpente che la grande narrazione sdogana da secoli come antagoniste. Nè con la Nato né con Putin, ma con l’italia degli italiani!

Grazie per seguirci così numerosi. Questo ci fa sentire che non siamo poi così soli a pensarla “lateralmente“. Per aiutarci a creare contenuti come questo, le interviste e i podcast , insieme agli articoli di approfondimento, i saggi critici, le notizie flash sul canale Telegram e le dirette sul canale YouTube di OndaRadio, sosteneteci con i vostri like e condivisioni, e se potete e se lo ritenete opportuno, perché credete in una comunicazione senza padroni, sostieni Ondaradio con un piccolo contributo simbolico.

Resisti! Mentre lo fai, però non sentirti solo!

#sheringiscaring

Lettera aperta al ministro Valditara e all’ ex min Bianchi “Tanto in Italia funziona tutto”

Lettera aperta al ministro Valditara e all’ ex min Bianchi

“Tanto in Italia funziona tutto”Concorso straordinario ter detto “ad minchiam” (perché non si tratta di un concorso abilitante, né si genererà, da esso, una graduatoria di merito. A che serve allora? Ad assegnare il posto di ruolo).L’ufficio scolastico regionale Sicilia convoca i malcapitati alla prova scritta dislocando i palermitani su Catania, i Catanesi su Palermo, e i trapanesi su Siracusa.Chiaramente sbattimenti, costi di viaggio e pernottamento, si aggiungeranno ai costi della famosa “abilitazione a CFU 💰” (con un tetto di 2500€ stabilito dal ministro della dISTRUZIONE) e che saranno a carico del ministero, ah no a carico degli aspiranti docenti a prescindere dal loro reddito.E niente fa già ridere così… E nel silenzio omertoso generale di questo stato maiale, che male ci sarebbe nel rinunciare ad insegnare filosofia e scienze umane? E continuare ad insegnare lingue nel privato in remote working?

Chiedo per quella parte di me che ancora sogna di emulare quel prof di filosofia interpretato da Robin Williams nell’ attimo fuggente. Ma questo non è un film, è un hunger game palesemente imparziale e privo di senso, dominato da una logica del profitto, che nulla ha a che vedere né con la filosofia né con la missione sociopedagogica di agenzie pubbliche di formazione quali Scuola e Università.

“Abilitazione docenti in Spagna costo max 1000 €”

Ormai è passato il concetto secondo cui “in Italia si mangia bene e si fanno le vacanze” il resto non funziona quindi <buscate la vida> all’ estero e fine della storia.

Nel frattempo con il 46% dei vostri stipendi il Governo italiano partecipa alla ricostruzione dell’Ucraina, foraggiando ancora il suo arsenale (procrastinando così i termini della resa) e il suo sistema pensionistico.

Tanto in Italia funziona tutto!

Alessandra Gargano McLeod

“LIBERI DI INFORMARE 7/9”

di Nedra “Pittore Polemico”

Libero di informare?
Enrico Mentana non è una persona, lui è l’ informazione.

Dopo i trascorsi burrascosi di berlusconiana memoria è diventato uno dei giornalisti più autorevoli in Italia anche grazie alle infinite ore di dirette notturne dedite a seguire gli agognati risultati elettorali delle elezioni del momento.
Come stare svegli tutta notte per vedere in che modo sorge il sole. Fare un cazzo ma farlo bene.
Non a caso, nelle ultime elezioni, dopo che AGCOM ha bacchettato i principali enti televisivi per non aver dato il giusto spazio alle forze di opposizione extra parlamentari durante la campagna elettorale, sentendosi chiamato in causa, ha replicato con un umile: ” Non insegnateci a fare il nostro lavoro”.
Immaginate un pilota di Formula 1 che sfrecciando a 300km/h in autostrada, all’alt della polizia se ne uscisse con una frase del genere.

Oltre a vantarsi del fatto di non invitare nessun elemento di contrapposizione con la narrazione degli ultimi 3 anni è direttore di una famosa agenzia di verificatori di fatti aditi a screditare notizie che risultano poi vere, senza mai retificare in caso di errore.
Tutto a papà.
Essendo informazione allo stato puro, ha il dovere di essere libero di “informare”.

#liberodiinformare#enricomentana#pittorepolemico

MALANGA…. CHE MALANGA FAI?

Già dal titolo potremmo mal interpretare ciò che vorrei esprimere, le mie intenzioni non sono quelle di screditare, insultare o far cambiar opinione a nessuno. Sono un libero pensatore e  come tale ho il sacrosanto diritto di pormi delle domande ed avere dei dubbi. Ma Partiamo dal principio… Chi è Corrado Malanga? Il Prof. Corrado Malanga è un ricercatore, docente di chimica all’Università di Pisa dal 1983 che contemporaneamente si interessa dell’esplorazione del fenomeno UFO.

Alle cronache diventa più conosciuto grazie alle ipnosi regressive fatte su soggetti (il fenomeno Abduction) possibilmente addotti o rapiti da parte di entità o in gergo più comune Alieni. Da dove e perché nasce questo scritto? 

In data 12.10.2022 alle ore 13.56 sul profilo Facebook del Prof. Corrado Malanga viene fatta una pubblicazione (riportiamo le esatte parole del Professore)

È ufficiale da oggi la comunità scientifica ha validato le nostre ricerche! Tanti auguri Zahi Hawass!!

Filippo Biondi e Corrado Malanga. Che cosa significa questo certificato? 

Il certificato è rilasciato dalla MDPI (è un editore di riviste scientifiche ad accesso aperto Fondato da Shu-Kun Lin come archivio di campioni chimici). MDPI – Wikipedia (fonte consultabile)

Il certificato come da ammissione dello stesso Malanga dice di riconoscere degli studi fatti (MALANGA-BIONDI FILIPPO). 

Ma che cosa dicono gli studi condotti? 

[2208.00811] Synthetic Aperture Radar Doppler Tomography Reveals Details of Undiscovered High-Resolution Internal Structure of the Great Pyramid of Giza (arxiv.org)

Synthetic Aperture Radar Doppler Tomography Reveals Details of Undiscovered High-Resolution Internal Structure of the Great Pyramid of Giza[v1] | Preprints

Nei link sopra citati c’è lo studio condotto….in parole povere senza perderci nei tecnicismi (che per i più smanettoni e smaniosi di conoscenza, si possono studiare dai link) lo studio ci dice che attraverso una tecnologia chiamata SAR (Radar ad apertura Sintetica) possiamo, tramite un segnale, poter osservare all’interno degli oggetti.

 Il duo Malanga/Biondi ha utilizzato la suddetta tecnologia per condurre delle ricerche sulla Piramide di Cheope in Egitto e in futuro per studiare cosa ci potrebbe essere sotto i ghiacci dell’Antartide. Da qui ne deriva, anche se già in passato Malanga aveva scritto un libro -Cheope la fabbrica dell’immortalità, che la vera Storia di chi eravamo- (2020 l’uscita in libreria), all’interno delle Piramidi pare ci sia una struttura che in passato serviva alla rigenerazione della parte animica dei Faraoni (gli addotti dell’antico Egitto) in modo tale che potesse vivere 2000/3000 anni come viene descritto dai Miti. Un cavallo di battaglia di Malanga è…NEL MITO SI CELA LA  VERITA’.

Non sono qui per smentire o deridere le teorie del Prof. Malanga (nonostante io sia una persona che ha letto i suoi libri, le sue slide e gli studi scaricabili dal suo sito) che alla mente di taluni possono sembrare assurde o folli, per altri ancora, certe e inoppugnabili in relazione delle prove e agli studi condotti durante gli ultimi 30 e passa anni, per altri, invece, delle semplici ipotesi nell’infinito campo possibilistico di questa realtà…

Adesso poniamoci qualche domanda…. che per una mente aperta e critica è fondamento di ricerca….

Chi è Filippo Biondi, colui che ha collaborato insieme al Prf.Malanga? Su internet troviamo ben poco, ma dal sito della University of Strathclyde Glasgow riportiamo…Dr Filippo Biondi Architettura Ingegneria Biomedica Ingegneria chimica e di processo Ingegneria civile e ambientale Progettazione, produzione e ingegneria Gestione Elettronica ed elettrica Ingegneria meccanica e aerospaziale Architettura navale, oceanica e marina Centro per l’apprendimento permanente Educazione Governo e politiche pubbliche.

Apparentemente tutto in ordine.. Fino al giorno 19.09.2022. Su youtube troviamo questo video  https://www.youtube.com/watch?v=kT1J45Y493M (Il #mistero Svelato. Cosa c’è dentro la #piramide di Cheope. Con il prof. Corrado Malanga), ma la sorpresa la troviamo nei commenti di questo video….

Alcuni utenti fanno delle domande e sorprendentemente ci ritroviamo il Prof. Malanga che ci risponde direttamente…. ma analizziamo questa conversazione. 

Vinicio Bianchini

4 settimane fa


Mi domando come una tecnologia di portata così innovativa, non sia stata immediatamente secretata da tutto l’apparato strategico militare…oltretutto tale tecnologia, usata impropriamente, implica una serie di violazioni, non solo dal punto di vista della sicurezza nazionale,  ma anche nei confronti della privacy di ogni cittadino, che considererei a dir poco inimmaginabili.

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agbyoutu

4 settimane fa

Vinicio Bianchini: Il professor Malanga mi detta quanto segue: “Lei mi sta dicendo che siccome intercettare le telefonate dei mafiosi va contro la loro privacy allora non si può fare? Oppure mi sta dicendo che: non sapere dove sono collocate le basi segrete militari americane sul nostro suolo è un bene per gli italiani? Per quanto riguarda la nostra privacy io ritengo che non ci debba essere nessuna privacy perché io non ho nulla da nascondere e tutti possono guardare in casa mia quando vogliono. Chi ha paura di perdere la privacy ha solo paura che si scoprano le sue azioni illegali e immorali che compie tutti i giorni a discapito della comunità. La scienza non si ferma di fronte alla idiozia. I dati SAR sono liberi e di accesso pubblico e ognuno ne può fare quello che vuole. In questo momento storico che i cittadini hanno la possibilità di accedere alla verità è veramente stupido e controproducente farsi delle seghe mentali sulla “regola” che gli usurpatori del potere ci obbligano a seguire, se non si è capito questo potete ancora continuare a vaccinarvi e andare a votare”

Vinicio Bianchini

3 settimane fa

 @agbyoutu  visto che si parla di “trasparenza” e del fatto che non si debba aver nulla da temere e da nascondere”, come mai che il Sign. Malanga fa rispondere a terzi (con falso nick) senza metterci la faccia…?

agbyoutu

3 settimane fa

 @Vinicio Bianchini  Allora caro Sig. Bianchini io sono la sua compagna che scrive al posto suo per una questione pratica (fondamentalmente per una questione di vista) ma sotto il suo dettato. Ma siccome lei invece di capire cosa le ha detto Malanga si attacca a questa cazz@ta egli le risponderà dal suo account appena finisca l’intervista che in questo momento sta facendo.

agbyoutu

3 settimane fa

 @Vinicio Bianchini  AGB sta per Adriana Gabriela Balbarrey e se ha qualcosa da dirmi l’invito a venire a casa mia a dirmelo in faccia.

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Vinicio Bianchini

3 settimane fa

 @agbyoutu  perfetto, grazie attendo una risposta diretta

agbyoutu

3 settimane fa

 @Vinicio Bianchini  hehhehe sarà la stessa risposta in linea di massima 🙂

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Vinicio Bianchini

3 settimane fa

 @agbyoutu  ottimo, essendo una persona diretta e trasperente più di quanto lei possa non immaginare, adoro comunicare senza tramiti o filtri, quindi “open space” non solo “radar”….la ringrazio anticipatamente

agbyoutu

3 settimane fa

 @Vinicio Bianchini  Si, non si preoccupi appena avrà finito questa intervista: https://www.youtube.com/watch?v=o4Iw2m_iKts

Corrado Malanga

3 settimane fa

La mia compagna le ha risposto sotto la mia dettatura . Non ci sono falsi profili da queste parti e la realtà delle cose, da qualsiasi parte venga rimane sempre inconfutabile, come la velocità della luce. Detto questo non mi ha risposto alle mie obiezioni ma si è nascosto dietro il falso problema di una falsa identità che in realtà era vera. Ora che sa come la penso ne tragga le sue conclusioni

Corrado Malanga

3 settimane fa

 @Vinicio Bianchini  in realtà pensavo fi aver risposto a tutte ke sue perplessità. Prima di rendere noto il lavoro su Cheope ho scelto in accordo con Filippo Biondi, che è un militare tra le altre cose, di divulgare rapidamente queste info invece di nasconderle, come evidentemente avrebbe fatto lei al mio posto. Così ho cercato di mantenermi in vita: cosa che sicuramente non sarebbe successa se avessi seguito un’altra via

Vinicio Bianchini

3 settimane fa

 @Corrado Malanga  Prof. Malanga probabilmente parliamo da universi paralleli diversi…nel mio universo pure io avrei tentato di divulgare questa straordinaria tecnologia (tra l’altro per lo stesso suo motivo d’autotutela) solo che, non mi avrebbero dato il tempo di farlo.

Corrado Malanga

3 settimane fa

 @Vinicio Bianchini  siamo stati più bravi e siamo riusciti a farlo

Vinicio Bianchini

3 settimane fa

 @Corrado Malanga  e di questo glie ne do atto e mi complimento…nel mio universo parallelo, sarei già difronte al tribunale militare

Alessia Combi

3 settimane fa

 @Corrado Malanga  Mi scusi Professor Malanga, lei sta dicendo che il suo collega graduato, non è vincolato dal segreto militare riguardo una nuovissima rivoluzionaria e pericolosissima (se usata a fini offensivi) tecnologia d’osservazione fruibilissima al momento della sua pubblica divulgazione anche da parte dei “cattivi”..? Mi risulta che esistano vincoli assoluti di segretezza riguardo tali tecnologie, non solo in campo civile (segreto industriale) ma soprattutto in ambito militare 

Corrado Malanga

3 settimane fa

 @Alessia Combi  ci lasci gestire la cosa a noi. Lei fruisca dei dati e sia contenta così. Al nostro futuro vitale ci pensiamo noi. Se ci siamo esposti così ci sará una ragione no? Non sarà che noi ce ne catafottiamo di chi ci vuole tenere la bocca chiusa? Invece subito la gente pensa che sotto ci sia la fregatura. E questo accade perché il disonesto vede bell’altro sempre se stesso

Alessia Combi

3 settimane fa (modificato)

 @Corrado Malanga  Ci lasci gestire la cosa a noi? Se permette la privacy riguarda tutti, inoltre qui si va anche oltre visto che un tecnologia del genere sarebbe immediatamente stata secretata dall’esercito per motivi di sicurezza nazionale. Immagini come si potrebbe svelare bunker sotterranei, vedere dentro la Casa Bianca o il Cremlino o altro. Vorrei ricordarle che c’è una guerra in atto tra Russia e NATO e mai avrebbero permesso l’utilizzo di tali tecnologie a cittadini, inoltre il militare sarebbe ora già agli arresti. Quello che ritengo invece plausibile è invece che si voglia abituare il popolo ad un indottrinamento sul controllo totale come in Cina, progetto caro al NWO come lo è stato l’indottrinamento all’eugenetica attraverso la bufala della creazione dell’uomo grazie ad intervento alieno!

Torniamo a noi….

E’ stato fatto il copia incolla della conversazione (sotto il link del video potete risalirci direttamente da youtube)…… Ma la parte che ci interessa (evidenziato in rosso in un commento di Malanga) è la dichiarazione che Filippo Biondi è un Militare……

A questo punto ci facciamo altre domande….. 

MILITARE????? Perché un militare????

IL SAR (radar ad apertura sintetica) è per caso una tecnologia di uso mlitare? Ma un militare non è vincolato dal  segreto militare??? 

UN TUFFO NEL PASSATO 

Siamo a cavallo tra la fine degli anni 80 e l’inizio degli anni 90… Il Prof.Malanga inizia a scrivere i sui primi libri e conduce sempre le sue ipnosi regressive sui possibili addotti, ma siamo anche nell’era del cinema e delle serie TV….

E’ bene citare uno dei primissimi libri scritti da Corrado Malanga –GLI UFO NELLA MENTE- (1998 Edz. Bompiani)- libro dove viene raccontata l’esperienza di un presunto adotto Valerio Lonzi nel lontano 1982.

Basato sempre sulla teoria del Prf.Malanga dei rapimenti alieni, con il fine ultimo di appropriarsi temporanamente di questa parte animica (o Anima) per poter rigenerare l’alieno che ha paura della morte.

Nella stessa epoca possiamo trovare nel Cinema Film come:

– Stargate – La porta delle stelle è un film del 1994 diretto da Roland Emmerich, il film ci racconta di come la razza umana grazie ad una scoperta archeologica del 1928 fatta in Egitto, riporta alla luce quello che poi verrà chiamato lo Stargate ( portale per le stelle). La scoperta verrà poi insabbiata. Ci si ritrova circa 60 anni dopo, lo Stargate è nelle mani dell’esercito Americano (sempre loro in mezzo 😊), questo portale viene messo in funzione da un Ricercatore e l’uomo inizia a viaggiare nello spazio tempo con un gruppo di militari…. visita altri pianeti…. bla bla bla… fino ad incontrare una razza aliena ostile. Questa razza aliena…. rapisce gli umani li trasporta su altri pianeti, ma li usa come schiavi, e udite udite anche nel film gli alieni rubano questa parte animica all’essere umano per rigenerarsi e impossessarsi del corpo per i loro fini di dominio.. 

La fine del film non ve la rovino…

Dopo il Film di STARGATE ne deriva anche una serie Tv Stargate Sg-1, Stargate Infinity, Stargate Atlantis ecc…

La serie è il continuo del Film… sempre basato sullo sfruttamento alieno della razza umana…. c’e sempre il richiamo allo sfruttamento di questa parte animica da parte dell’alieno. In Esotrismo viene chiamato Vittima/Carnefice 

Potete vedervi il film e giusto i primissimi episodi della serie SG-1 per avere la conferma di cio’ che vi dico.

Adesso vi chiederete cosa c’entra il libro (UFO NELLA MENTE), con il Film Di STARGATE piu’ la seire successiva????

Bene…. Io personalmente ho notato una strana linea temporale tra lo scritto di Malanga e il Cinema. Malanga fa la prima ipnosi regressiva il 13.9.1993 (Pag. 17 -Ufo nella mente Capitolo E Finalmente comincia la Storia: un caso perfetto?)…. La pubblicazione del libro è del 1998.

Il film Stargate esce nelle sale cinematografiche nel 1994…. ma per girare il film si e’ iniziati almeno 2 anni prima. 

Il tema Abduction era gia’ ben noto. Ma di parti animiche prelevate per rigenerazioni aliene non se ne era mai parlato prima del 1993…

A questo punto sorge spontaneo chiedersi….. CHI ha ispirato CHI?? O Qualcuno o qualche gruppo ha ispirato??

CONCLUSIONI 

Non sono qui per gettare fango sulla gente ma per cercare di capire gli eventi e la loro evoluzione. Ma anche per comprendere se dietro una persona c’è buona intenzione o incoscienza delle sue azioni, perché si…una persona dovrebbe essere mossa da un senso di Giustizia e verità!!! Porgersi delle domande è lecito e in tanti c’e le stiamo ponendo… Chiedo al professor Malanga (nonostante sia un suo estimatore con qualche dubbio in più sulla sua persona…..) perché La tecnologia SAR viene gestita da un militare? Perchè i militari? E sopra tutto perchè proprio in questo momento storico di virus guerre e cambi globali, dove il NWO a TRAZIONE CINESE E SMANIOSA DI CONTROLLO SOCIALE TRAMITE LA TECNOLOGIA CHE INCALZA??. Perché si Prof, il radar viola la mia privacy….e in ogni caso  non ho nulla da nascondere. In una delle risposte sulla conversazione precedentemente pubblicata, spunta un suo Lasci fare a “NOI”. NOI CHI? I Militari? Si sara’ forse schierato???   Si sta forse preparando la popolazione Italiana tramite un “Eletto” scelto da qualche dubbio gruppo di potere a qualcosa ???  come dice lei Prof… dove c’e un po’ di fumo c’è sempre un pò d’arrosto….

Ai posteri l’ardua sentenza…….

Nicola Scarda

Un ringraziamento ad Alessandra Gargano McLeod, fondatrice e Crator di OndaRadio, per la possibilità d’espressione.

I RINCARI DELLE COMMODITY RISCHIANO DI BLOCCARE LE IMPRESE. CONSEGUENZA DELLA GUERRA O SPECULAZIONE PILOTATA?

In questo articolo di approfondimento giornalistico, frutto di una lunga e attenta indagine dei mercati finanziari, agganciata in parallelo al dato empirico, riguardante ciò che sta accadendo nelle nostro quotidiano, ci siamo presi l’onere di comprendere, prima, e spiegare poi, le reali motivazioni che stanno dietro il rincaro esorbitante dei prezzi dei carburanti e delle risorse energetiche in generale, inclusa come vedremo la crisi idrica; del resto nell’ottica del controllo climatico, se hanno deciso che la prossima emergenza sarà la siccità, allora statene certi che NON PIOVE!

  • L’aumento dei prezzi delle materie prime sui mercati internazionali, iniziato dagli ultimi mesi del 2020, è ampio e diffuso. Per il petrolio si tratta di un recupero più che pieno, dopo il crollo dovuto alla prima ondata di pandemia (+13% a dicembre 2021 su fine 2019). Per il rame, invece, di un enorme rincaro (+57%), così come per il cotone (+58%). A questi rincari si è sommato lo scorso anno il balzo del costo dei trasporti marittimi, anche questo piuttosto persistente. Di recente, negli ultimi mesi del 2021, si è aggiunta l’impennata del gas naturale in Europa, che oggi è la commodity che mostra di gran lunga il maggior rincaro (+723%).
  • L’impennata della quotazione del gas si è rapidamente trasferita sul prezzo dell’energia elettrica in Italia, facendo lievitare i costi energetici delle imprese industriali: 37 miliardi previsti per il 2022, da 8 nel 2019. Un livello insostenibile per le imprese italiane, che minaccia chiusure di molte aziende in assenza di interventi efficaci. Il prezzo dell’elettricità è più alto che in Francia e altri paesi europei, a seguito delle policy che questi hanno messo in campo. Questi rincari significano anche un marcato aumento della bolletta energetica, pagata dall’Italia ai paesi esportatori.
  • Sono possibili nell’immediato una serie di azioni, sia congiunturali che strutturali: intervenire sulle componenti fiscali e parafiscali della bolletta elettrica e del gas naturale, aumentando il livello di esenzione per i settori della manifattura, in particolare i comparti energivori a rischio delocalizzazione; aumentare la produzione nazionale di gas naturale e riequilibrare, sul piano geopolitico, la struttura di approvvigionamento del Paese; promuovere una riforma del mercato elettrico, al fine di disaccoppiare la valorizzazione della crescente produzione di energia rinnovabile dal costo di produzione termoelettrica a gas.
  • Il forte aumento dei costi per le imprese si è tradotto in una brusca compressione dei margini operativi, data la difficoltà di trasferire ai clienti i rincari delle commodity. La sofferenza dei margini è tendenzialmente maggiore nei settori più a valle, quelli che producono beni di consumo (per esempio, abbigliamento e mezzi di trasporto), che sono più vicini alla domanda finale ancora compressa; ma anche nei settori energivori (cemento e ceramica, metallurgia, legno e carta). L’assorbimento dei rincari nei margini delle imprese, fino al loro annullamento, spiega anche perché l’inflazione in Italia rimane più bassa che altrove.
  • L’inflazione sta crescendo ovunque, anche in Italia (+3,9% annuo) dove però è spinta solo dai prezzi dell’energia, restando più bassa di quella dell’Eurozona e degli USA. La misura core, al netto di energia e alimentari, in Italia è molto moderata (+1,4% annuo), mentre nell’Eurozona e soprattutto negli USA è balzata ben oltre la soglia del 2,0% vigilata dalle banche centrali. Lo scenario più probabile resta che la fiammata dell’inflazione in Italia e in Europa sia temporanea, grazie all’attesa flessione delle quotazioni petrolifere, e si registri un rientro nel 2022. Ciò eviterebbe un rialzo dei tassi europei quest’anno, a differenza di quanto accadrà negli USA.

Inflazione in salita, ma moderata in Italia, scrivevano i giornalai in data 17 gennaio 2022. Vediamone più da vicino le dinamiche.

La dinamica dei prezzi al consumo in Italia è tornata in territorio positivo a inizio 2021 (era a -0,2% nel 2020) e poi è salita rapidamente, fino al +3,9% annuo a dicembre (+1,9% la variazione media nel 2021, Grafico A). Si tratta di valori molto più bassi di quanto registrato in altri paesi avanzati.

Due fattori continuano a tenere bassa la dinamica dei prezzi al consumo core in Italia (esclusi energia e alimentari): la domanda dei consumatori ancora compressa, sebbene in ripresa; la persistente debolezza dell’attività in alcuni settori, sia nell’industria (es. tessile-abbigliamento) che nei servizi (es. attività turistiche). Gli effetti di second round dell’energia sui prezzi core continueranno ad essere contenuti anche nel 2022.

Le attese sui prezzi in Italia, invece, al momento assecondano il rialzo. Quelle dei consumatori sono tornate positive dai mesi estivi del 2021, salendo poi su valori piuttosto elevati (+24 il saldo delle risposte a novembre, sui 12 mesi). Anche le imprese industriali hanno rivisto al rialzo le attese sui prezzi di vendita, fin da inizio 2021, salendo progressivamente fino a toccare il nuovo picco della serie storica (+46 a novembre, sui prossimi mesi).

Come risultato netto di tutti questi fattori, la dinamica dei prezzi core, che era scesa a zero a settembre 2020, è stata spinta al rialzo nel 2021, ma in misura modesta, anche dalle riaperture e da alcune strozzature di offerta, arrivando al +1,4% annuo a dicembre.

In particolare, la dinamica dei prezzi dei servizi, che era caduta in negativo (-0,1%), ha subito ampie oscillazioni, risalendo infine al +1,7%. Tra i servizi, i maggiori rincari si registrano tra quelli relativi ai trasporti (+3,6%), che risentono (tipicamente dopo alcuni mesi) del rincaro dei carburanti. Gli altri prezzi dei servizi, invece, restano moderati.

I prezzi al consumo dei beni industriali, che nel 2019 avevano un andamento di poco negativo, si stanno mantenendo su una dinamica moderatamente positiva (+0,7% a dicembre). Finora, nei prezzi al consumo dei beni non energetici italiani non si legge un impatto dei rincari delle commodity. Tale dinamica, peraltro, è decisamente inferiore alla variazione dei corrispondenti prezzi alla produzione per i beni di consumo (+3,4% annuo a novembre). Ciò sembra riflettere una forte erosione dei margini delle imprese nella fase della distribuzione al consumo finale.

Prezzi energetici alle stelle La dinamica dei prezzi energetici (+29,1% annuo a dicembre) è responsabile di gran parte dell’aumento dell’inflazione, avendo guidato l’indice generale molto sopra quello core. Nel 2020 si registrava, invece, un calo (fino a -12,7%). I prezzi al consumo dell’energia in Italia (cioè carburanti per i trasporti, gas ed energia elettrica per la casa) seguono, infatti, in media, con un breve ritardo, le oscillazioni della quotazione del petrolio Brent convertita in euro, che quest’anno è risalita oltre i valori pre-crisi: nello scenario CSC, nella media del 2021 si registra un +56% in euro, dopo un -36% l’anno scorso. Nel 2022 il Brent è atteso segnare una parziale flessione e quindi i prezzi energetici in Italia dovrebbero curvare gradualmente al ribasso, verso una dinamica in avvicinamento allo zero, frenando l’indice generale.

I prezzi alimentari si stanno mantenendo su un ritmo di crescita moderato (+2,6% annuo a dicembre), dopo essere caduti in negativo fino a maggio (-0,8%). Dalle materie prime alimentari, infatti, nel 2021 sta venendo una spinta al rincaro. Nel 2022, invece, è attesa una parziale flessione per le commodity del settore. La crescita dei prezzi al consumo alimentari in Italia, quindi, dovrebbe abbassarsi.

Vi è un ampio divario tra l’inflazione americana, europea e quella italiana, vediamo perché.

L’enorme rincaro delle commodity, da fine 2020, è comune a tutte le economie occidentali, importatrici di materie prime e manifatturiere. Ma nel 2021 sono emersi profondi divari nella dinamica dei prezzi al consumo nelle diverse economie. Mentre in Italia l’inflazione è salita in larga parte per l’aumento dei prezzi energetici, e al netto di energia e alimentari resta bassa, indicando che le pressioni domestiche sui prezzi sono moderate, le dinamiche dei prezzi sono risultate molto più elevate, in tutto il corso del 2021, in altri paesi dell’Eurozona e, soprattutto, negli USA (Grafico B).

Nell’Eurozona c’è evidenza di rincari nei beni industriali non energetici (+2,9% annuo), che possono essere collegati ai rincari delle commodity (ma ha influito anche un timing anomalo dei saldi stagionali nel 2020-2021). Questo ha contribuito a portare la core inflation al +2,6%, un valore da tenere d’occhio. Ma il contributo maggiore al rialzo viene, comunque, dall’energia, come in Italia. Per questo il balzo dell’inflazione europea nel 2021 (+5,0% annuo a dicembre) può essere temporaneo nella misura in cui scenderà il prezzo dell’energia. In base alle stime della Banca Centrale Europea, l’inflazione in Italia nel 2021 dovrebbe risultare più bassa di quella media dell’Eurozona di 0,4 punti e nella media del 2022 si dovrebbe mantenere circa questo divario.

Situazione diversa e più preoccupante negli USA, dove l’inflazione è salita prima e di più (+5,7% a novembre). La differenza principale è che in America è salita molto anche l’inflazione di fondo (+4,7%), che ha superato ampiamente la soglia del +2%. In particolare, negli ultimi mesi si è registrata un’impennata dei prezzi dei beni di consumo durevoli, che in Italia e in Europa non si è avuta.

Cosa spiega questi ampi divari di inflazione? Stando ai dati di confindustria sarebbero molteplici i motivi di questi ampi divari nelle traiettorie dei prezzi al consumo in Italia e in Europa rispetto agli USA.

La forte domanda negli USA trascina all’insù i prezzi Nel confronto USA-UE, il principale è la diversa forza della domanda: negli USA l’economia è già risalita molto sopra i valori pre-crisi. In particolare, i consumi di beni durevoli si sono impennati, superando di gran lunga non solo il livello ma anche il trend pre-Covid. Invece, in Europa e in Italia, sebbene ci stiamo avvicinando rapidamente a quei valori, solo nei prossimi trimestri il gap creato dalla crisi sarà colmato.

Un fattore decisivo che può spiegare la diversa forza della domanda è lo stimolo di bilancio, che è stato molto elevato in Europa, ma enorme negli USA, spingendo di più i consumi: nel 2020 il deficit USA è arrivato a toccare quasi il 15% (dal 5,7% nel 2019), quello UE è salito al 7,2% (da 0,6%).

In Italia, assorbiti dalle filiere i rincari delle commodity Un confronto, per l’Italia, tra i prezzi nelle varie fasi della filiera (materie prime, manifattura, consumo) è utile per comprendere le dinamiche in atto e il ruolo della domanda.

A fronte del balzo dei prezzi delle commodity (+34,3% le non energy in euro da ottobre 2020 a novembre 2021), in Italia la risposta dei prezzi al cancello della fabbrica è stata molto eterogenea . Alcuni settori più a monte, produttori di beni intermedi, sono riusciti a rialzare i listini in modo significativo (+17,5%), pur non riuscendo a trasferire integralmente gli aumenti dei prezzi degli input. Invece, quelli più a valle, che producono beni di consumo e sono più vicini alla domanda finale domestica, che ha da poco ini­ziato la sua risalita, non sono riusciti ad andare oltre un rincaro moderato (+3,5%). Infine, la dinamica dei prezzi nella fase del consumo, come detto, è appena positiva. Tutto questo aiuta a spiegare la dinamica moderata dell’inflazione di fondo in Italia.

Ma i divari nei prezzi nelle varie fasi della filiera indicano, anche, condizioni molto differenti dei mark-up nei vari settori produttivi. Il dato medio sui margini della manifattura, in forte calo nella prima metà del 2021 e poi piatto nel 3° trimestre, non coglie appieno l’effettiva sofferenza di alcuni comparti.

Vediamo adesso perché  Il caro-energia penalizza particolarmente l’Italia.

Il prezzo del gas naturale, che fino ai primi mesi del 2021 era rimasto contenuto, si è progressivamente impennato a partire da maggio. Ora è la commodity che mostra il rincaro maggiore: +423% nel corso del 2021 fino a dicembre, cioè prezzo più che quintuplicato (Grafico E). Il balzo del prezzo del gas ha determinato un forte (ma temporaneo) effetto di spillover sul petrolio, dopo una quasi-stabilizzazione che durava da alcuni mesi, con un aumento in ottobre da 75 a 84 dollari al barile (ma poi un calo a novembre e dicembre).

Perché è rincarato il gas? Il balzo del gas è dovuto in una certa misura a questioni geo-politiche (le tensioni tra UE e Russia), come mostra il divario regionale nei prezzi: in Europa +723% dal livello pre-crisi (dicembre 2019), mentre negli USA +66%. Ciò si è sommato a una effettiva scarsità nel mercato fisico (scorte ai minimi in Europa). Dunque, il rincaro è in parte strutturale, ma per il resto è difficile prevedere quando rientrerà perché è legato a cause extra-economiche.

Mix italiano delle fonti di energia basato sul gas Tra i principali paesi europei, l’Italia è quello più esposto al rincaro del gas naturale. Infatti, il mix energetico del nostro paese privilegia tale fonte: 42% del consumo totale di energia in Italia nel 2020 (cui si somma il 36% di petrolio), contro il 38% nel Regno Unito, lontano dal 26% in Germania (che usa molto carbone), dal 23% in Spagna (che si affida di più al petrolio) e dal 17% in Francia (che conta sul nucleare; dati BP)

 Cercheremo adesso di mostrarvi come e perché l’assunto che segue, “Il balzo del gas è dovuto in una certa misura a questioni geo-politiche (le tensioni tra UE e Russia)” è nella fattispecie una manovra di occultamento delle reali cause che soggiacciono alla questione che stiamo cercando di sviscerare, oltre che l’ennesimo scivolone prima ancora che giornalistico, logico!

Per prima cosa, non si può parlare di tensioni geopolitiche tra Russia ed Europa, poichè l’Europa è una colonia statunitense e in quanto tale non vige del principio di autodeterminazione in alcuna delle scelte geopolitiche che contano nello scenario che cerchiamo di descrivere.

Secondo, ma non per importanza, la ragione di tali suddette “tensioni geopolitiche” sono il frutto di una speculazione globale che è parte di un progetto ben più ampio, iniziato con l’operazione Corona.

Per comprendere i termini di tale speculazione, non troppo differente da quella che segnò il crollo della moneta italiana e le speculazioni sorosiane, dobbiamo partire non dal gas, dove tutto il main stream ci fa guardare puntando il dito, ma dal petrolio.

Tutto ebbe inizio, non a caso, durante la ben nota pandemia per dementi, quel raffreddore indotto dal quel maledetto corona virus, ringalluzzito prima dall’accoppiamento anomalo di un pangolino e un pipistrello, in gita al mercato di Wuhan e poi, dopo le ri-trovate mail del dott. Fauci, ripescate non proprio a caso, nelle quali figuravano dei laboratori americani in territorio cinese, sempre a Wuhan, dove una equipe di malvagi scienziati all’oscuro dei governi creavano in laboratorio il temibile carogna virus a cui media e giornali occidentali diedero il nome di covid 19. In seguito ai lockdown e alle conseguenti restrizioni di natura socio-economica, collassarono le produzioni delle piccola e media imprenditoria, si fermarono i trasporti aerei, i viaggi e l’utilizzo delle automobili, facendo così crollare la domanda di petrolio sul mercato.

Ciò comportò inizialmente una diminuzione dei prezzi del barile, e un aumento della quantità del greggio stoccato. Che fare per uscirne? Bene le maggiori industrie di estrazione petrolifere (che guarda caso hanno le mani in pasta in armamenti militari e case farmaceutiche) se ne inventarono una buona (per i loro interessi, certo!) ovvero sia, cominciarono a rallentare fino a diminuire le estrazioni, in tal modo da ingenerare durante la cosidetta “fase di ripresa” che altro non è che “mentre te barcolli noi fatturiamo” un aumento “spontaneo” dei prezzi del greggio al barile.

Dunque con la ripresa e riapertura, la domanda crebbe di nuovo, ma il petrolio a disposizione era nel frattempo tragicamente diminuito; e come detto, il prezzo dei barili stoccati crebbe enormemente tanto che oggi non bastano 100 euro per fare il pieno all’auto.

Facciamo un piccolo passo indietro, andando a ritroso fino allo scorso gennaio 2022.

In tale data in un comunicato l’Opec+ ha confermato la scelta di mantenere invariato il piano di produzione già approvato. A gennaio, dunque, l’aumento della produzione non supererà i 400.000 barili di petrolio al giorno. Sufficiente per far arretrare ancora le quotazione dei future petroliferi, che dopo la conferma della decisione sono già scesi fino a 64,82 dollari al barile per il Wti, e a 68,10 dollari al barile per il Brent.

Gli effetti sul prezzo del barile si erano già visti con l’avvento della Omicron: nel giro di una settimana il Wti è passato da 78 a 65 dollari, e il Brent da 79 a 68 dollari. Ricordiamo che all’inizio della pandemia nel 2020 il prezzo del petrolio era arrivato a zero. Alcuni analisti avevano anticipato che l’Opec+ si sarebbe mossa con cautela.

L’Opec+ è pronta ad aspettare più dati sull’efficacia dei vaccini attuali prima di fare qualsiasi cambiamento significativo alla sua strategia di ripresa.

Per Michele Marsiglia, presidente di Federpetroli, “sicuramente quello di oggi è un vertice Opec+ tra i più difficili”. A pesare è “una sfida tra Usa e Medio Oriente con complicità russa dove le variabili che hanno influenzato le decisioni si sono focalizzate sull’apertura delle riserve strategiche da parte degli Stati Uniti e di altri Paesi consumatori”. Tensioni a cui si è aggiunta la variante Omicron, che ha avuto conseguenze sul traffico aereo e su altri settori “per una politica di forte di prevenzione. Sicuramente il leggero crollo del prezzo del barile di questi ultimi giorni ha preoccupato il vertice che, nell’eventualità di rallentare gli aumenti di produzione decisi qualche mese fa, ha preferito una posizione di equilibrio e prudenza con produzione invariata, almeno fino al prossimo incontro a Vienna”, ha aggiunto Marsiglia.

Le cautele sui prossimi passi hanno anche una natura politica. “Forse in pochi però – fa notare Marsiglia – hanno colto la vera preoccupazione di oggi che i paesi membri hanno saputo ben nascondere: la prossima scadenza dell’Organizzazione che vedrà il Segretario Generale Barkindo passare il testimone al nuovo Esecutivo petrolifero. Se tempo fa la Penisola Arabica e parte del Continente africano sono stati sempre leader nell’Organizzazione, oggi anche la Russia ha la sua voce in capitolo che si farà sentire”. https://www.rainews.it/articoli/2021/12/LOpec-plus-decide-di-non-alterare-il-piano-di-estrazione-per-gennaio-prossimo-87f808dc-214e-4faf-91c1-2f20fb691774.html

L’OPEC è l’organizzazione dei Paesi produttori di petrolio composta originariamente da 14 membri, A questi nel 2016 se ne sono aggiunti altri 10 e con il nuovo assetto il nome è diventato OPEC plus

Ad oggi l’OPEC, Organization of the Petroleum Exporting Countries, conta 14 paesi membri di cui ecco la lista completa:

  • L’Algeria: un membro strategicamente importante dell’organizzazione che è stato il primo paese a nazionalizzare la propria produzione nel 1971.
  • L’Angola: uno dei paesi produttori che hanno mostrato la più elevata crescita negli ultimi dieci anni.
  • Il Gabon: nel 1996 era uscito dall’OPEC per poi reintegrarlo nel 2016.
  • La Libia: ha un forte potenziale di esplorazione e la sua posizione in seno all’OPEC dovrebbe quindi progredire, soprattutto dopo la sospensione delle sanzioni occidentali e a condizione che le contestazioni politiche non pongano problemi.
  • La Nigeria: anche la sua produzione è in crescita grazie ai suoi importanti sviluppi in offshore profondo ma va segnalato che tende a superare regolarmente le sue quote di produzione. La sua industria petrolifera è ancora poco nazionalizzata.
  • La Guinea Equatoriale: è il terzo più grande produttore di petrolio in Africa ed ha integrato l’OPEC nel 2017.
  • La Repubblica del Congo: ha raggiunto l’organizzazione dei paesi esportatori di petrolio nel 2018 per solidarietà e per profittare dei fondi dell’OPEC.
  • L’Ecuador: è entrato a far parte dell’OPEC nel 1973 per uscirne nel 1992. Successivamente è tornato sui suoi passi nonostante la sua piccola produzione rispetto agli altri membri dell’organizzazione.
  • Il Venezuela: ha svolto un ruolo preponderante in seno all’OPEC rendendo l’organizzazione una vera e propria arma politica. Il paese possiede la più grande riserva mondiale di petrolio greggio davanti all’Arabia Saudita.
  • L’Arabia Saudita: è il membro più anziano dell’OPEC e il suo capo storico. Il paese detiene la seconda più grande riserva di petrolio al mondo ed è ad oggi il più grande produttore ed esportatore. Tuttavia, la strategia dell’Arabia Saudita si basa soprattutto sulle sue riserve dato che i suoi giacimenti si stanno esaurendo.
  • Gli Emirati Arabi Uniti: principalmente Abu Dhabi, che è un produttore importante ma tutti i suoi giacimenti principali sono già stati sfruttati da oltre trent’anni.
  • L’Iraq: non è più veramente interessato dalle quote dopo i conflitti che lo hanno colpito ma dispone di riserve che sono tra le più grandi dell’OPEC.
  • L’Iran: è uno dei membri più anziani dell’OPEC ed esprime la propria determinazione nel servirsi del petrolio come di un’arma e di un mezzo di pressione contro gli Stati Uniti. Tuttavia, i giacimenti iraniani sono attualmente in declino.
  • Il Kuwait: ha come particolarità che la maggior parte delle sue riserve è concentrata in un unico giacimento che ha raggiunto il suo picco di produzione e le sue riserve ufficiali sono largamente contestate a causa dei numerosi cambiamenti politici del paese.

Cos’è L’OPEC+ e chi sono i suoi membri.

Come si è potuto vedere, diversi paesi che fanno parte dei più grandi produttori mondiali di petrolio non fanno parte dei membri dell’OPEC. Si tratti di Russia, Canada, Sudan, Messico, Regno Unito, Norvegia, Stati Uniti e Oman. Per tentare di rimediare a questo problema, l’OPEC si è associata in maniera più ufficiosa con alcuni paesi produttori in modo da creare una sorta di alleanza chiamata OPEC+.

Questa alleanza dell’OPEC con altri 10 paesi produttori è stata messa in atto nel 2016. Da allora, l’OPEC+ riunisce i paesi dell’OPEC sopraelencati e i seguenti paesi:

  • Russia
  • Messico
  • Kazakistan
  • Azerbaijan
  • Bahrein
  • Brunei
  • Malesia
  • Oman
  • Sudan
  • Sudan del Sud

I paesi membri dell’OPEC+ non sono ovviamente tenuti a rispettare le decisioni prese dall’OPEC, in particolare quelle relative alle quote di produzione ma possono comunque partecipare alle discussioni dell’organizzazione ed avere degli scambi con i loro concorrenti in maniera più diretta a seconda delle condizioni del mercato internazionale. Si constata tuttavia che l’OPEC+ ha permesso, in occasione delle crisi importanti, di risolvere certe liti e di evitare un crollo eccessivo dei prezzi del barile a livello internazionale.

 Il paese che attualmente produce maggiormente petrolio al mondo sono gli Stati Uniti con una produzione nell’ordine di 571 milioni di tonnellate l’anno. Da notare che gli Stati Uniti sono al tempo stesso anche il più grande consumatore mondiale di petrolio. Sebbene il paese sia il più grande produttore di petrolio, le sue riserve sono inferiori a quelle di altri paesi produttori, in particolare di quelle dell’Arabia Saudita.

Dalla lista di cui sopra, il paese, di cui tanto si parla ultimamente (a parte l’Ucraina, certo) che dal 2016 entra a far parte dell’Opec + è proprio la Russia. Non la Cina, avete letto bene, la Russia!

Le riunioni organizzate dall’OPEC e dall’OPEC+ risultano molto interessanti per gli investitori perché in occasione di tali incontri vengono spesso decisi i volumi della produzione di petrolio i quali influiscono direttamente sul prezzo del petrolio greggio in quanto definiscono l’offerta di petrolio mondiale. Comparando l’offerta alla domanda si possono prevedere la forza e la volatilità della tendenza che sarà seguita dal prezzo dell’oro nero.

Seguendo la metodologia d’indagine del follow the money, noi di OndaRadio ci siamo chiesti: chi sono i maggiori investitori ?

Maggiori investitori istituzionali

AzionistaAzioniData riportata% in uscitaValore
Vanguard Group, Inc. (The)364.432.69630 mar 20228,65%30.098.496.362
Blackrock Inc.275.079.34430 mar 20226,53%22.718.803.020
State Street Corporation251.154.18630 mar 20225,96%20.742.824.221
FMR, LLC117.623.09530 mar 20222,79%9.714.491.416
Geode Capital Management, LLC71.409.92830 mar 20221,70%5.897.745.953
Norges Bank Investment Management52.041.57630 dic 20211,24%3.184.424.035
GQG Partners LLC51.800.70930 mar 20221,23%4.278.220.556
Bank Of New York Mellon Corporation48.361.18630 mar 20221,15%3.994.150.351
Northern Trust Corporation47.824.54330 mar 20221,14%3.949.829.006
Bank of America Corporation47.615.34230 mar 20221,13%3.932.551.095

Insomma da una breve lettura di questo elenco facilmente consultabile su yahoo finanza, o su qualsiasi altro provider di rete, si capisce come i nomi dei gruppi azionisti siano gli stessi di quelli che stanno dietro industria bellica e farmaceutica.

Ma andiamo al nocciolo della nostra questione! La bolla speculativa del petrolio serve a giustificare la chiusura dei rubinetti da parte di GAZPROM? NO! E allora? A chi giova?

Bene, si dia il caso che una percentuale non indifferente di tali fondi azionistici abbia le mani in pasto anche nell’industria del carbone; in tal modo dal peggiore dei mali- legambiante 2013 ora pare essere la contromisura adatta in ottica green green per far fronte alla crisi energetica pilotata dagli stessi azionisti istituzionali, i cui interessi naturalmente sono diversificati, un pò come l’approvvigionamento energetico del futuro, green e diversificato. E’ chiaro che leggendo il pdf di Legambiente di cui sopra in allegato, persino un bambino capirebbe che si fa presto a dire Green!

E ironia della sorte, o forse conseguenza inevitabile è proprio green.it la versione italiota del neoiperglobal green.com ad informarci sulle società che hanno cominciato proprio nel marzo 2022 ad investire sul carbone.

Sarebbero 120 le società che stanno facendo investimenti sul carbone, e il primo fatto strano o paradossale che si nota è che non tutte sono delle classiche compagnie del carbone e che, ancora peggio, si stanno facendo investimenti nel carbone in Paesi in cui non erano praticamente mai stati fatti, come per esempio Venezuela, Egitto, Pakistan e Malawi, solo per citarne alcuni. Un caso su tutti: in Malesia c’è un produttore di inchiostri e di materiali da stampa che, alla ricerca di nuovi modelli di business, ha deciso di puntare di punto in bianco sugli investimenti nel carbone. Una scelta assurda e miope, laddove i numeri stessi dicono che le energie rinnovabili costituiscono una scelta più redditizia e in ogni modo più tutelata dal punto di vista normativo praticamente ovunque.

Mentre il nostro stesso pianeta ci chiede di buttarci sulle rinnovabili, queste compagnie stanno dunque in certi casi costringendo dei Paesi che non l’hanno mai fatto a diventare dipendenti da nuove e costose centrali a carbone. E questo perché, una volta costruita, una centrale a carbone difficilmente può essere lasciata spenta. Anzi, economicamente parlando, per ammortizzare le spese di costruzione una centrale a carbone deve restare attiva per più di 40 anni, condannando di fatto il pianeta intero ad uno scenario totalmente contrario rispetto a quello pianificato dagli Accordi di Parigi: questi nuovi investimenti nel carbone potrebbero infatti comportare un aumento di 4 gradi centigradi. Eppure, stando al report, nei prossimi anni il Bangladesh potrebbe passare da 250 a 15.960 megawatt prodotti con il carbone, e così anche l’Egitto, dallo zero attuale a 17mila megawatt. 

Ma a quanto pare la transizione ecologica promossa dal presidente Draghi è solo nominale, poiché nei fatti è tutt’altro che green!

Quali sono le compagnie che stanno facendo investimenti nel carbone?

Ma chi sono queste società che contro ogni consiglio dal mondo scientifico si stanno lanciando in nuovi investimenti nel carbone? Davanti a tutto c’è la India’s Thermal Powe Corporation, che ha pianificato nuovi impianti a carbone per un totale di 38mila megawatt, seguita al secondo, terzo e quarto posto dalle società cinesi SPIC con 31.500 megawatt, China Datant, (28.900 megawatt), e Shenhua (17.250 megawatt). Insomma, è soprattutto l’Asia a trainare i nuovi investimenti nel carbone. Ma anche in Europa c’è chi ha deciso di remare contro corrente, come la compagnia polacca Polska Grupa Energetyczna. Potremmo tirare un sospiro di sollievo vedendo che no, per fortuna nessuna compagnia italiana è presente in questa lista, ma in realtà è una soddisfazione parziale: anche se nessuna compagnia italiana sta pianificando la costruzione di un impianto, c’è qualcuno che sta comunque investendo in quella direzione. Generali, infatti, nel 2016 ha investito 33,8 milioni di dollari proprio nei progetti inquinanti della compagnia polacca, la quale per l’appunto è la più attiva nel nostro continente nel promuovere e sfruttare il carbone.

Quali sono le migliori azioni di carbone da comprare? Secondo il noto Invez.com ecco qui di seguito la lista. Inoltre sempre seguendo il metodo epistemologico del follow the money, dopo alcune indagini ci siamo accorti che 5 società su 5 sono statunitensi. E’ chiaro come il tentativo per la sopravvivenza del petrol dollaro passi inevitabilmente dalla diversificazione, ovvero sia, quella strategia che diversifica le fonti energetiche delle risorse, per un approvvigionamento più sostenibile. Ma sostenibile per chi? Per l’ambiente, abbiamo visto, anche no! Per le tasche dei contribuenti, anche no elevato alla seconda, visto il rincaro senza tregua dei carburanti, del gas e dell’energia elettrica.

1ARCHArch Resources 
2HCCWarrior Met Coal 
3CEIXConsol Energy 
4NCNACCO Industries 
5ARECAmerican Resources  Ssss

Un altro orpello diversificante, e il gas liquido, che come tutti sanno, forse non tutti, a quanto pare, basterebbe a coprire solo il 5% del fabbisogno interno dell’intera penisola italiana, che alla luce della storica sudditanza coloniale nei confronti di Washington, parrebbe ormai quasi costretta all’acquisto del GNL (gas naturale liquido) made in Usa. Perchè utilizzarlo? Perchè è più facile da trasportare, soprattutto in quei paesi non dotati da gasdotti. Alt, all’Italia servono più rigassificatori, esordisce il megafono globale! Certo perchè una volta trasportato occorre rigassificarlo ovvero riportarlo dallo stato liquido a quello gassoso. Qualora si volesse importare più GNL, occorreranno all’Italia nuove infrastrutture. Il processo di rigassificazione si compone di diverse fasi, tali passaggi di stato e il trasporto ha un costo molto alto; non a caso l’amministrazione Biden sta spingendo enormemente affinchè il secondo produttore al mondo di GNL, il Qatar, cominci a rifornire l’Europa.

Ora se riprendiamo la lista dei Paesi dell’OPEC e quella dell’OPEC + guarda caso il Qatar non è presente. Coincidenza? Sì, se fossimo tutti dementi e contenti.

Quindi spiegate fin qui le ragioni del contenzioso tra Opec e GAZPROM, contenzioso che il main stream, non si esime, dal buttare in caciara, ripiegando sulle cause belliche, sorge adesso però spontanea una domandacosa c’entrano le finzioni”? Scusate volevamo dire sanzioni, ok! Ennesimo specchietto per dementi dormienti. Mentre ci fanno credere che i rincari siano una conseguenza degli avvenimenti bellici in territorio ucraino, portano inesorabilmente avanti il piano del grande reset, che incoronerà la grande super potenza del nuovo ordine mondiale, e indovinate chi? Proprio la Cina, non la Cina di Mao, la Cina del controllo sociale a suon di algoritmi, la cina dell’interfaccia mentale con un cloud connesso ad internet, la Cina di quella società distopica 4.0 che Hollywood con i suoi film di fantascienza ci ha insegnato a guardare con meno diffidenza; la Cina dei lockdown, la Cina degli operai senza volto ne diritti, la Cina del deep state globale, quella Cina che una volta servitasi della grande Madre Russia, si disferà anche di essa, proclamandosi così come unica e sola potenza planetaria.

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TRA QUAD & BRICS. GLI SCENARI DI CUI NESSUNO PARLA!

Vi sarebbe un’ ulteriore interpretazione della faccenda Russia/Ucraina, di cui nessuno fino ad ora ha fatto menzione, ovvero quella che discende dal Patto stipulato il 4 febbraio tra Putin e Xi Jinping, secondo cui la guerra all’Ucraina sarebbe stata seguita dall’occupazione di Taiwan da parte della Cina. Se le cose stanno così, la dichiarazione di Biden non è una provocazione ma un ammonimento: la Cina deve sapere che, se invaderà Taiwan, allora Gli Stati Uniti e i suoi alleati (l’impero americano) le dichiareranno guerra. Vediamo qui riproporsi la stessa situazione dell’Ucraina.

Quando Putin l’ha invasa, la NATO non ha potuto intervenire perché questo paese non ne è membro. Se lo avesse fatto, avrebbe iniziato la guerra contro la Russia. Se la Cina occupasse Taiwan, cosa farebbero gli Stati Uniti? Resterebbero a guardare come hanno fatto con l’Ucraina oppure, a differenza dell’Ucraina, entrerebbero in guerra? La risposta non è semplice. Non entrando nella guerra di Ucraina, si è evitata la Terza guerra mondiale, ma Putin alla fine l’avrà vinta. La prospettiva che la stessa cosa avvenga con Taiwan lascia quantomeno perplesso il governo degli Stati Uniti. La tentazione a entrare in guerra è molto forte. 

È in questa prospettiva che si inserisce la riunione del “QUAD” tenutasi a Tokio qualche giorno fa con la partecipazione di Stati Uniti, Giappone, Australia e India e presieduta dal Presidente Biden. Fra i tanti temi sul tappeto, vi era anche quello di verificare la fedeltà del presidente indiano agli accordi presi con gli Stati Uniti. Non è un mistero che essi stiano facendo tutto il possibile per attrarre l’India nella sua sfera di influenza, nutrendo tuttavia seri dubbi al riguardo.

Che tali dubbi siano ben fondati lo dimostra il recente accordo finanziario tra India e Russia per facilitare lo scambio tra rublo e rupia allo scopo di aggirare le sanzioni degli Stati Uniti e dell’Unione europea alla Russia. Il Presidente Modi fa tutto questo alla luce del sole, indifferente alle reazioni di Biden. Il doppio gioco non sfugge agli americani che restano preoccupati. Per comprendere l’attuale atteggiamento dell’India, dobbiamo fare un passo a ritroso e riconsiderare quel periodo della “guerra fredda” in cui la Jugoslavia di Tito e l’India non vollero fare una scelta di campo tra il blocco americano e quello sovietico e si fecero portatoti di un terzo blocco, detto dei paesi del “Terzo mondo”. In quell’occasione, l’India era più vicina alla Russia, con la quale intratteneva già importanti relazioni commerciali per l’acquisto di energia e di armi, relazioni che continuano ancora oggi.

Nello scenario che vede contrapposti gli Stati Uniti e la Russia, solo di sfuggita si parla dell’India. È un errore che ci preclude la conoscenza dei progetti ambiziosi di questo gigante asiatico. L’India ha raggiunto una popolazione di un miliardo e quattrocentomila abitanti, che la porta a uguagliare la Cina. È proprio questo paese per l’India il vero e più temuto concorrente per il dominio del mondo. Per disfarsi della Cina, potrebbe collaborare con l’impero americano, ma non lo farà perché sa che dopo farà la stessa fine della Cina. Da ciò segue che il suo unico e vero alleato è la Russia. Almeno per questa ragione, sosterrà tutte le richieste di Putin e si schiererà al suo fianco nel caso fosse necessario.

La Cina, dal canto suo, continua ad implementare la piattaforma “la Via della Seta”, da contrapporre all’area del dollaro. In tale contesto, si situa l’organizzazione detta “BRICS”, costituita da Brasile, Russia, India, Cina e Sudafrica, il cui scopo è quello di costruire un sistema commerciale globale, mediante accordi bilaterali, che non siano basati sul petrodollaro. Nei giorni scorsi, si è svolta una riunione del BRICS in cui la Cina ha chiesto ai suoi alleati di valutare l’ammissione di nuovi membri per rendere l’organizzazione più forte e rappresentativa. Al riguardo, è stato precisato che sarà data la priorità a quei paesi che fanno parte del G20, che hanno mostrato un certo interesse farne parte, come l’Indonesia e l’Argentina. In margine a questa riunione, si è svolta una videoconferenza “BRICS Plus” a cui hanno partecipato i ministri degli Esteri di Argentina, Arabia Saudita, Egitto, Emirati Arabi Uniti, Indonesia, Kazakhstan, Nigeria, Senegal e Thailandia.

Mentre l’impero americano chiama a raccolta i paesi alleati, la Cina, l’India e la Russia, stanno ampliando il loro blocco da schierare in una guerra totale contro l’impero americano. Nuovi venti di guerra soffiano sul pacifico. Guardando il teatro della vita da questo punto di vista, la guerra di Ucraina sembra assumere un significato sempre meno rilevante.

In tale contesto geopolitico, qual è la posizione di Putin? La guerra in Ucraina lo ha indebolito?

      Putin sta vincendo questa guerra in tutti i piani in cui essa si svolge: militare, economico, tecnologico e antropologico. Sul piano militare, l’esercito russo avanza inesorabilmente verso la conquista delle due regioni del Donbass. Quando ciò sarà avvenuto, Putin chiederà una conferenza internazionale in cui proporrà un trattato in cui gli Stati Uniti e l’Unione europea riconosceranno l’annessione alla Russia della Crimea (la vera causa di questa guerra) e il Donbass, in cambio del suo ritiro militare dalla regione. Se la sua proposta sarà accettata, la guerra finirà e inizierà la ricostruzione dell’Ucraina. Se sarà rifiutata, allora la guerra continuerà e le pretese di Putin sull’Ucraina aumenteranno.

Sul piano economico, Putin ha vinto alla grande. Non solo le sanzioni imposte alla Russia dall’occidente non hanno prodotto gli effetti devastanti che tutti si aspettavano, ma Putin ha rinforzato il rublo ancorandolo all’oro e chiedendo il pagamento del gas in rubli e non in dollari. Inoltre, è lui che adesso impone sanzioni ai paesi dell’Unione europea. Per quanto riguarda l’Italia, secondo quanto dichiarato dall’Agenzia Bloomberg, Mosca ha avviato l’applicazione delle sanzioni a due banche italiane, l’Unicredit e l’Intesa, le quali saranno limitate, per almeno un anno, nell’aprire nuovi rapporti e nello svolgimento delle normali operazioni. Ancora una volta, Putin dirige il gioco a suo piacimento, come fa il gatto col topo. Invece di chiudere le banche, le sottopone a limitazioni per un anno, lasciando intendere che la decisione di mantenerle o toglierle dipenderà dall’atteggiamento verso la Russia delle due banche.

Sul piano tecnologico, Putin non ha ancora mostrato le armi tecnologicamente avanzate di cui dispone. Non solo i “cigni neri” di cui ho parlato ma anche un missile intercettore antibalistico S-550, di straordinaria precisione, che è stato lanciato contro il suo satellite spia Kosmos-1408, vecchio di 40 anni, prendendolo in piano e disintegrandolo in 1.500 frammenti. L’ammonimento agli Stati Uniti è evidente e riguarda da possibilità di Putin di distruggere i satelliti dei paesi occidentali che presiedono alle telecomunicazioni, mandando così l’intero nostro pianeta nel caos più totale.

È sul piano antropologico che si giocherà la partita finale. L’acquisizione di successi sugli altri piani è certamente un fatto importante ma non determinante. Alla fine della storia, ogni singolo individuo dovrà schierarsi nell’antropologia del liberalismo o in quella alternativa di Cina, India e Russia. Allora una domanda s’impone: quanti esseri umani in occidente condividono l’antropologia del liberalismo? In altre parole, quanti intendono il proprio futuro come la realizzazione di una concezione dell’uomo e della vita in cui il benessere e la felicità dipendono dal profitto e dalla crescita economica? Chi crede in altri valori primari, come quelli del bello, del giusto, del bene e del vero potrebbe superare la barricata e andare dall’altra parte.

Nell’osservare il teatro della vita, vedo la formazione di due blocchi che si fronteggiano e si studiano per comprendere la mossa vincente da fare. Io ritengo che le possibili mosse siano due: la guerra o l’esercizio della tolleranza. Tertium non datur. Con la guerra, l’umanità si getterà a capofitto in una barbarie che potrebbe distruggerla e rendere il nostro pianeta inospitale per migliaia di anni. Esiste un’alternativa? Sì, ma a condizione che i supremi reggitori dei due blocchi, usando la ragione, rinuncino alla volontà di conquista dell’intero pianeta Terra. Lo possono fare, se lo vogliono fare, nell’unico modo possibile: esercitare il principio di tolleranza.

In primo luogo, si potrebbero ripristinare le regole della “guerra fredda”, che hanno assicurato all’umanità un lungo periodo di pace. Si era antagonisti ma si dialogava, come hanno fatto Kennedy e Kruscev per sventare il pericolo di una Terza mondiale. Le condizioni di quel tempo sono ancora riproponibili? Nel dare una risposta bisognerebbe tener conto che oggi i protagonisti della storia non sono più due ma almeno quattro: i presidenti degli Stati Uniti, della Cina, della Russia e dell’India. L’Unione Europea, non avendo una sua indipendenza, è da considerare alleata degli Stati Uniti. Soluzioni da ricercare nelle relazioni bilaterali o trilaterali non hanno senso. L’unica possibilità è che essi si uniscano sulla base dell’antropologia condivisa. È proprio qui che le concezioni dell’uomo e della vita svolgeranno un ruolo determinante. I singoli individui che vivranno in occidente potrebbero non condividere l’antropologia del liberalismo e schierarsi nella parte opposta e viceversa. Sarà una specie di referendum a favore o contro il liberalismo. Dopo la formazione dei due blocchi, si dovrà stabilire se tra di loro sarà possibile esercitare il principio di tolleranza. Per quanto riguarda la decisione dell’impero americano, non vi saranno difficoltà perché l’alleato europeo, come sempre, l’accetterà supinamente. Problemi vi saranno, invece, nel blocco antagonista poiché, nonostante un fondamento comune a Cina, Russia e India, permangono differenze importanti tra le filosofie pratiche del Confucianesimo e del Buddhismo e la Chiesa Ortodossa russa. Quanto peseranno queste differenze su una decisione comune?

Giunti a questo punto, non mancherà certamente chi proporrà di ricercare una base comune alle due opposte antropologie. Sarà un’inutile perdita di tempo. Tentativi in tale direzione sono stati più volte fatti nella storia dell’uomo, ma sono tutti miseramente falliti. Allora è necessario prendere atto che i due sistemi di valori sono inconciliabili e stabilire il reciproco rispetto tra i due. Sarà possibile? In teoria sì. In pratica, dipenderà da ciò che esiste nella mente dei protagonisti. A decidere i grandi eventi della storia sono stati uomini con una specifica visione del bene e del male, del giusto e dell’ingiusto, del vero e del falso. Altri uomini, con altre visioni, avrebbero deciso diversamente e la storia avrebbe preso un altro corso. Quando i protagonisti del nostro tempo saranno chiamati a decidere, la nostra speranza è che seguano il bene e non il male. Se seguiranno il bene, allora è probabile che i rapporti tra i due blocchi saranno regolati dal principio di tolleranza. Se seguiranno il male, vi sarà una guerra totale che arrecherà infiniti affanni all’umanità e deciderà chi sarà l’Uno-dio che governerà il pianeta Terra.

ALDILÀ DELLE PROPAGANDE: LE VERE CAUSE DELLA GUERRA RUSSIA/NATO

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Dopo mesi di propaganda da ambo le parti, ora conosciamo la vera causa che ha scatenato la guerra in Ucraina. A parlarne sono proprio i presidenti degli Stati Uniti, della NATO e della Russia, che rilasciano dichiarazioni perfettamente concordanti.

Il Presidente della NATO Jens Stoltenberg, in un’intervista rilasciata al quotidiano tedesco “Die Welt”, ha dichiarato che l’Alleanza Atlantica è determinata a aiutare l’Ucraina anche se ci vorranno mesi o anni per battere Putin. Sottolinea che l’Ucraina deve vincere questa guerra perché difende il suo territorio e conclude dicendo che i membri della NATO non accetteranno mai l’annessione illegale della Crimea, come pure si opporranno al controllo russo di alcune regioni del Donbass.

Dichiarazioni analoghe erano state fatte dal Segretario di Stato degli Stati Uniti Tony Blinken.

Nel suo discorso del 9 maggio sulla Piazza Rossa di Mosca, Putin ha ribadito che la Russia combatterà fino all’ultimo per difendere la Crimea e le regioni del Donbas già riconosciute. I due protagonisti occidentali hanno dichiarato all’unisono che la guerra finirà solo quando Putin sarà stato ricacciato oltre i confini precedenti il 2014, che significa in particolare la riconquista della Crimea da parte dell’Ucraina. Questa è una situazione estrema in cui le due parti in guerra dichiarano che la guerra finirà solo con la sconfitta totale di una di loro.

La pace allora altro non sarebbe che la resa incondizionata della parte sconfitta, a cui si applicherebbero sanzioni di ogni tipo, come è avvenuto con la sconfitta di Hitler e il processo di Norimberga.
Stoltenberg l’ha detto chiaramente: questo conflitto armato può durare mesi o anni, tutto il tempo necessario per sconfiggere Putin.

Analizziamo punto per punto le cause della guerra iniziata da Putin il 24 febbraio.
La Russia ha sempre avuto la sua base navale in Crimea a Sebastopoli. Nel 1954, in epoca sovietica, il governo russo trasferisce la Crimea all’Ucraina. Quando l’Ucraina diventa indipendente, la Crimea la segue con la base navale russa situata a Sebastopoli. Tra la Russia e l’Ucraina si firma un trattato di coesistenza, che ha funzionato bene fino al 2014, anche se con la rivoluzione “arancione” del 2004, i rapporti cominciano a deteriorarsi.

In Ucraina, la presenza degli Stati Uniti si fa sempre più forte e con essa cresce l’intenzione di entrare in Europa e nella NATO. L’Ucraina si sta mettendo sulla stessa strada dei paesi dell’Est europeo. Nulla di strano, tranne un punto fondamentale: la base navale russa di Sebastopoli in Crimea. Con l’ammissione dell’Ucraina nella NATO, il territorio della Crimea sarebbe stato occupato con basi militari e missili, come era avvenuto con tutti gli altri paesi.

Si comprende subito la gravità della situazione, dovuta all’eventuale coesistenza della base navale russa con le basi militari della NATO. Le possibili soluzioni sono due: la Russia sposta la sua base navale (ma dove?) o la NATO non occupa la Crimea.

La seconda soluzione è possibile a condizione che l’Ucraina non sia ammessa in Europa. Ma parte degli ucraini vogliono entrare in Europa. (Siamo sicuri? Perché non fanno un referendum?)

Cominciano, poi, le trattative tra il governo russo e quello ucraino, che non portano a nulla perché gli ucraini sono irremovibili. A Putin non resta che la soluzione dell’annessione della Crimea alla Russia, che avviene tramite referendum.

Subito dopo, due regioni del Donbass a maggioranza russofila esprimono la loro volontà di entrare a far parte della Russia. Il pericolo di invasione della NATO della Crimea è così sventato. Se l’Ucraina vuole entrare in Europa e nella NATO è libera di farlo.

Ok la questione sembra facilmente risolta, ma non è cosí! Vi spiego perché.

I movimenti nazionalisti ucraini iniziano azioni militari contro le regioni del Donbass che avevano manifestato la volontà di essere annessi alla Russia. Tra questi, vi è il battaglione Azov, che è un’unità militare ucraina con compiti militari e di polizia, che fa apertamente uso dei simboli della Germania nazista.

La perdita della Crimea seguita dalla sua annessione alla Russia ha portato le autorità governative dell’Ucraina ad avvalersi sempre più dell’utilizzo di gruppi paramilitari composti da combattenti provenienti da gruppi nazionalisti dell’estrema destra. Nel 2014, il battaglione Azov ottiene il riconoscimento del Ministero dell’Interno e viene affiancato all’esercito regolare. La sua attività inizia proprio a Mariupol, la città che era stata precedentemente occupata dai secessionisti filorussi, che viene riconquistata e dichiarata “capitale provvisoria di Donetsk”.  

Da allora in avanti, il battaglione Azov ha svolto un’intensa attività repressiva nei confronti della popolazione filorussa. E’ stata accusata di crimini di guerra e tortura dall’OSCE, dall’Alto Commissariato ONU per i Diritti umani e da Human Rights Watch.

Torniamo in Italia, rappresentanti del battaglione Azov hanno sfilato durante la Festa del 1° Maggio in compagnia con militanti del Partito Democratico. Quante contraddizioni esistono nella nostra società.

Il Presidente Draghi, dopo averci chiesto sacrifici per l’attuazione dell’energia verde, riapre le centrali a carbone per finanziare la guerra in Ucraina. Allo stesso modo il PD, che ha sempre condannato il Fascismo, va a braccetto con i nazisti del battaglione Azov, e paragona Putin ad Hitler. In che pazzo mondo stiamo vivendo!??

L’Europa non ha voce in capitolo perché è supinamente subordinata agli Stati Uniti. I Capi di Stati come il nostro Presidente del Consiglio ma anche Capi di Stato come il cancelliere tedesco Olaf Scholz, che vorrebbe difendere le sue aziende dal collasso economico, non ha la forza e il coraggio di opporsi alla volontà del Presidente Biden o alla maggioranza dei suoi colleghi europei. La conclusione è sempre la stessa: l’Europa non vorrebbe eseguire gli ordini degli Stati Uniti ma deve farlo, come ha dichiarato la Presidente Ursula von der Layen.

Se questa è la situazione, perché non dicono chiaramente che i paesi europei sono in guerra con la Russia così come ha deciso il governo degli Stati Uniti?
Armi all’Ucraina per la pace? I cittadini europei e italiani sono veramente tanto imbevuti di propaganda che non riescono più a usare le loro connessioni sinaptiche? Il risultato di una tale inefficenza neurale, ha le sue cause esclusivamente nella propaganda o c’è dell’altro?

Più il tempo passa, più i danni all’economia dei paesi dell’Unione europea aumentano. La scarsità dell’energia e i costi sempre maggiori per il suo approvvigionamento stanno producendo il fallimento di aziende ed enormi disagi alle famiglie. Il nostro Presidente del Consiglio, come nel Parsifal, ha inviato i membri del suo governo alla ricerca non del Santo Graal ma di energia. Si parla di incontri con Capi di governo di paesi in cui la criminalità è fortemente radicata.

L’orgogliosa unità d’intenti nel decidere le sanzioni da applicare alla Russia, che aveva caratterizzato la prima fase di reazione alla guerra, comincia ad avere crepe e contrasti. Anche nei programmi televisivi si sta incrinando l’unanime giudizio di condanna di Putin e si cominciano a capire le sue ragioni. Ma la linea politica da seguire non è “parlamentabile”. Chi sono sotto dittatura? I russi o gli europei??

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